Il vicequestore Nunzia Alessandra Schilirò si scaglia contro il Green Pass
La poliziotta ad Alessandria presentò il libro "Soli nella notte dell'anima". Il suo impegno contro la violenza di genere
ALESSANDRIA – Sabato scorso ha parlato, come privata cittadina, dal palco di piazza San Giovanni a Roma durante una manifestazione contro il Green Pass.
Quella situazione, però, le sarebbe costato un procedimento disciplinare perché Nunzia Alessandra Schilirò non è solo una cittadina ma anche un vice questore aggiunto in servizio attivo.
Le sue parole su quel palco ora sono sotto lo scanner dei suoi superiori e del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. La Schilirò avrebbe definito il Green Pass “una tessera di discriminazione”.
Il vice questore ha al suo attivo una carriera esemplare. Ad Alessandria, il 7 marzo 2019 è salita sul palco della Scuola di Polizia del Cristo per presentare il suo libro contro la violenza sulle donne.
“La violenza comincia dove mancano le parole – aveva detto – Il nostro pensiero si sviluppa grazie alle parole e senza le parole non possiamo rendere il mondo un posto migliore».
Nella nostra città Nunzia Alessandra Schilirò aveva presentato “Soli nella notte dell’anima”, un libro che si pone più
nell’ambito dei manuali che in quello della narrativa. Nelle 220 pagine, “Nanda” (così la chiamano tutti) ha raccontato come affrontare e come reagire alle molestie in ambito familiare, in quello lavorativo e, più in generale, nella vita.
«Nell’epoca dell’ipertecnica – aveva spiegato agli allievi poliziotti – non si può chiedere all’essere umano di essere privo di anima, di essere schematico: non possiamo far passare il messaggio che i sentimenti sono un handicap. Il sentimento, anzi, deve essere considerato una marcia in più per capire le persone che abbiamo davanti e per capire noi stessi».
La Schilirò si era soffermata anche sull’interpretazione generale di “violenza di genere”: «Ogni volta che sentiamo quelle due parole la nostra mente va immediatamente alle donne mentre, invece, dovremmo pensare alle persone più vulnerabili. E tutti noi, in diversi momenti della vita, possiamo essere vulnerabili».
Per la poliziotta-scrittrice «le parole sono nutrimento» e dunque «il malessere psicologico» rappresenta anche un «malessere
culturale».
Ad introdurre la presentazione del libro era stato l’allora questore di Alessandria, Michele Morelli.
Ciò che era emerso da quell’incontro tutto alessandrino, è la necessità di cambiare. Partendo dall’amore.
«Se insegniamo ai bambini ad amarsi – aveva sottolineato – diventeranno indipendenti e liberi, penseranno con la propria testa e impareranno a star bene anche da soli. La scelta di condividere la vita con qualcun altro non deve essere dettata dalla necessità di avere una stampella per poter proseguire il viaggio, ma dalla scoperta di poter trovare qualcuno con cui stare bene persino più di quanto non si stia restando in compagnia di se stessi».
L’intervento del vice questore sul palco romano non era in programma. Ma le sue parole hanno scatenato le reazioni sia dei vertici della Polizia che del Governo.