Ambulanti sul piede di guerra: “In corso Bagni perso più del 60%”
"Siamo otto famiglie che non sanno di che sfamarsi, troviamo una soluzione"
ACQUI TERME – La ripartenza post-Covid non è uguale per tutti. Si leva infatti alta la lamentela degli ambulanti acquesi, in particolare di quelli dislocati in corso Bagni. Il braccio di ferro tra amministrazione comunale ed imprenditori mercatali è cominciato l’anno scorso quando con la ripartenza post-lockdown i banchi erano stati trasferiti in via Maggiorino Ferraris. «Una zona desolata, lontana dal passeggio – commenta il commerciante Daniele Giancale – Una decisione scellerata che ci ha messo ulteriormente in ginocchio». Sacrificio richiesto per un fine nobile: il rifacimento dell’arredo urbano dell’isola pedonale, o meglio, la posa di nuove panchine. Al termine dei lavori, anche grazie alle rimostranze mosse dagli interessati, i banchi sono tornati in corso Italia. Ma c’è un problema. «Le panchine sono state posizionate senza tener conto degli spazi del mercato ed inoltre sono stati concessi nuovi dehors. Così otto di noi sono finiti in corso Bagni – continua l’intervistato, uno degli ‘sfrattati’ selezionati secondo il criterio di anzianità – Altro che ripartenza! Qui scontiamo perdite superiori al 60%. Facciamo incassi che non coprono nemmeno le spese».
Eppure una soluzione ci sarebbe: «Collocando le sedute in modo diverso ed eliminando alcuni pali ‘inutili’, si riuscirebbero a collocare diversi banchi. Siamo pronti a ridurre la superficie di esposizione e a rinunciare al furgone». Ed in piazza Italia? «Qui c’è pure la beffa – risponde Giancale – La piazza sarà oggetto di restyling: verrà realizzata una fontana che zampillerà acqua dal pavimento. Inizialmente ci è stato detto che la collocazione in corso Bagni era provvisoria e che, completati i lavori, avremmo trovato posto nella piazza: nei giorni di mercato, la fontana sarebbe stata spenta. Ed invece nei giorni scorsi abbiamo scoperto che ciò non sarà possibile perché la struttura non sarebbe in grado di sostenere il peso».
La situazione è tragica. «Siamo otto famiglie che non sanno di che sfamarsi – conclude il portavoce degli ambulanti – Abbiamo investito soldi e sacrifici in anni di lavoro ed oggi ci troviamo senza clienti e con una licenza che, se messa in vendita, ora non vale niente. Noi rivendichiamo la nostra dignità, chiediamo al Comune di trovare una soluzione insieme. Altrimenti saremo costretti a rivolgerci ad un legale per difendere i nostri diritti».