I santi di oggi, 25 settembre, sono san Cleofa e san Sergio di Radonez
San Cleofa
Discepolo di Gesù e martire
La vita del santo
Cleofa (o Cleofe o Clopa) è uno dei due discepoli che il giorno della risurrezione di Gesù, tornandosene a Emmaus furono raggiunti per strada e accompagnati dal Risorto, che riconobbero soltanto dopo essere rincasati e avergli generosamente offerto ospitalità. “Noi speravamo che egli sarebbe stato colui che avrebbe liberato Israele; invece…”. Nelle parole che i due discepoli rivolgono allo sconosciuto c’è l’eco di una delusione comune agli apostoli in quell’ora della prova. “Tuttavia alcune donne, che sono fra noi, ci hanno fatto assai meravigliare”.
Se diamo un’occhiata all’etimologia del suo nome, scopriamo che Cleofa e Alfeo sono la trascrizione e la pronuncia dello stesso nome ebraico Halphai, oppure due nomi portati dalla stessa persona. Presumibilmente perciò Cleofa-Alfeo è il padre di Giacomo il Minore e di Giuseppe, fratelli, cioè cugini, del Signore. Nel Vangelo di Giovanni, Maria, madre di Giacomo e Giuseppe, viene detta sposa di Cleofa e sorella, in senso più o meno proprio, della Madre di Gesù.
La morte
La tradizione narra che viene trucidato dai giudei di Emmaus proprio nella casa in cui si incontra con Gesù nel primo giorno di Pasqua, perché predica la risurrezione di Cristo.
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San Sergio di Radonez
Eremita
La vita
Nasce a Rostov (Russia) nel 1314 circa da nobile famiglia. Con i suoi genitori fu scacciato dalla sua casa a causa della guerra civile e dovette guadagnarsi da vivere facendo il contadino a Radonezh, a nord-est di Mosca. Fin da giovane dimostra una grande predisposizione per la vita contemplativa. E a vent’anni Sergio inizia una vita da eremita, insieme a suo fratello Stefano, nella vicina foresta; in seguito altri uomini si uniscono a loro.
Nel 1354 si trasformano in monaci e conducono una vera e propria vita comune. Fonda numerosi monasteri per questo viene considerato il padre del monachesimo russo. Nel 1375 rifiuta la sede metropolitana di Mosca, ma usa la sua influenza per mantenere la pace fra i principi rivali.
San Sergio è il più amato di tutti i santi russi, non soltanto per l’influenza che ebbe in un periodo critico della storia russa, ma anche per il tipo d’uomo che fu. Per il carattere, se non per l’origine, era un tipico “santo contadino”: semplice, umile, serio e gentile, un “buon vicino”.
La morte
Prima di morire invita i suoi discepoli all’umiltà e alla carità. Muore il 25 settembre 1392 e fu canonizzato in Russia nel 1448.