I santi di oggi, 22 settembre, sono san Settimio di Jesi, san Maurizio e compagni e sant’Ignazio da Santhià
I santi di oggi, 22 settembre, sono san Settimio di Jesi, patrono di Jesi, san Maurizio e compagni e santa Maura di Troyes
Vita del Santo
Settimio nacque in Germania, si dedicò agli studi liberali e intraprese la carriera militare. Successivamente si convertì al cristianesimo e ricevette il battesimo, trasferendosi in Italia, contro il volere della sua famiglia. Si trasferì a Milano per diffondere la fede cristiana ma a causa delle persecuzioni indette da Diocleziano, scappò a Roma, dove compì diverse conversioni e miracoli, tanto che, papa Marcello I decise di nominarlo vescovo di Jesi, divenendo così, il primo della città. Fondò poi, la prima cattedrale dedicata al Santissimo Salvatore.
Morte
A causa della sua fede, venne perseguitato dal rappresentante imperiale Florenzio che gli concesse cinque giorni per convertirsi al paganesimo e compiere un sacrificio in onore degli dèi pagani. Ma invece di abiurare la sua fede, durante questi giorni, Settimio continuò a compire conversioni e guarigioni nel nome di Cristo, e allo scadere dei giorni concessi dal giudice venne condannato alla decapitazione, venne ucciso in un luogo sulla riva del fiume Esino, dove successivamente venne eretta una chiesa.
Le sue reliquie vennero poi traslate nel 1469 in cattedrale, e nel 1623 gli venne dedicato un nuovo altare.
Secondo la tradizione, il suo culto risale al 1208.
SS. Maurizio e compagni
Maurizio nasce in Egitto ed è il comandante della legione tebea. Secondo le notizie che ci provengono da Eleuterio, vescovo di Lione, Maurizio viene a un certo punto collocato in Gallia per ostacolare la diffusione del cristianesimo per ordine di Massimiano Erculeo.
La morte
Si rifiuta di sterminare i cristiani vicino ad Agaunum (Svizzera). Per questo motivo e per il suo rifiuto di fare sacrifici agli dei subisce il martirio insieme ad altri seimila soldati cristiani durante la persecuzione di Diocleziano. Intorno all’anno 287 Massimiano Erculeo inizia a fare uccidere un soldato su dieci a scopo intimidatorio ma, poiché nessuno cambia idea, continua nel suo proposito finché tutta la legione viene sterminata. Maurizio, uno degli ultimi a morire, incoraggia i suoi compagni ad affrontare il martirio con coraggio e serenità. I corpi dei martiri vengono ritrovati nel 380: in seguito al ritrovamento il vescovo Teodoro fa costruire una chiesa ad Agaunum che diventerà successivamente il monastero di San Maurizio i cui monaci abbracciano la Regola agostiniana.
Sant’Ignazio da Santhià
Sant’Ignazio da Santhià, al secolo Lorenzo Maurizio Belvisotti, è stato un sacerdote e poi frate cappuccino italiano, proclamato santo da papa Giovanni Paolo II nel 2002. Nacque a Santhià, in provincia di Vercelli, il 5 giugno 1686, quarto dei sei figli di Pier Paolo Belvisotti e Maria Elisabetta Balocco. Dopo gli studi filosofici e teologici a Vercelli, fu ordinato sacerdote nel 1710. Nel 1716 entrò nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, assumendo il nome di fra Ignazio. Fu un predicatore e un confessore molto apprezzato, soprattutto dai poveri e dagli emarginati. La sua fama di santità si diffuse rapidamente e iniziò a essere invocato come taumaturgo. Morì a Torino il 22 settembre 1770, all’età di 84 anni.
I suoi principali tratti di santità
Sant’Ignazio da Santhià fu un uomo di grande carità e compassione. Dedicò la sua vita al servizio dei poveri e dei bisognosi, ascoltandoli con attenzione e accompagnandoli nel loro cammino di fede. Era anche un uomo di grande umiltà e semplicità e si dedicava alla preghiera e alla meditazione. Il messaggio di Sant’Ignazio da Santhià è un messaggio di amore e di compassione. Ci invita a essere misericordiosi e a prenderci cura dei più bisognosi. Il culto di Sant’Ignazio da Santhià è diffuso soprattutto in Piemonte, ma è presente anche in altre parti d’Italia e del mondo. La sua festa liturgica è il 22 settembre.