La Bertram chiude il sabato in televisione
La Lba ha reso nota la programmazione televisiva della Final eight. Da oggi abbonamenti e biglietti al PalaCamagna
Domani a Bologna la Bertram sfida i campioni d'Italia nella Final eight (Unipol Arena ore 21). "Mantenere la nostra identità"
TORTONA – L’intrusa, o per dire meglio, la bella sorpresa nel cast della Final eight di SuperCoppa. La Bertram Derthona, dopo la promozione in Serie A prosegue la propria favola anche in questo inizio di stagione. Alla vigilia del quarto di finale contro i campioni d’Italia della Virtus Bologna (Casalecchio di Reno, ore 21), il coach bianconero Marco Ramondino fa il punto della situazione. E respinge le possibili pressioni dicendo: “Pensiamo a noi stessi, non alla Virtus”.
Cosa rappresenta questo appuntamento all’interno del lavoro di preparazione al campionato?
“In questo periodo stiamo giocando tanto e allenandoci poco e questo non è il massimo. Come neopromossa è bello poter partecipare ad un evento che sarà seguito da tutti gli appassionati. Una bella gratificazione. Per il lavoro invece e un impegno che un po’ distoglie l’attenzione”.
Qual è la caratteristica principale della Virtus Bologna?
“Si tratta di una squadra che vuole essere competitiva in Italia e nell’Eurocup. Ma non si può ridurre ad una sola caratteristica una squadra del genere… quello che sicuramente salta agli occhi è la taglia fisica e il talento che hanno in tutti i ruoli”.
Sicuramente però si tratta del test al livello più alto possibile…
“Non dobbiamo interpretarlo come test. Perché la Virtus Bologna, in questa fase, non può essere un test per noi. Quello che dobbiamo fare è interpretare la partita nel modo giusto. In un contesto particolare come la Supercoppa, che è una manifestazione a partita secca, il rischio che si corre è quello di snaturarsi. Proprio vista la forza del nostro avversario e il rispetto che abbiamo nei suoi confronti, noi dobbiamo mettere il focus su noi stessi. Per essere competitivi dobbiamo cercare delle soluzioni condivise, mettendo sul campo la nostra identità”.
In questo periodo stiamo giocando tanto e allenandoci poco e questo non è il massimo. Ma la final eight è molto gratificante
Un’identità che in questa preseason la squadra sta mostrando.
“Vero, però le vere verifiche le hai nei momenti di vera difficoltà. La vera consistenza la vedi quando sei in difficoltà. E nel precampionato questo non avviene. Sarà il campionato, che ha un’incidenza maggiore, a darci quel tipo di riscontro”.
Le sue squadre di solito fanno sempre ottime partenze (nel 2019 vittoria nella Supercoppa di A2, ndr). Qual è il segreto?
“Veramente a Casale un anno partimmo 0-5… (ride, ndr). Ma più che un merito specifico dello staff, credo sia importante, durante la costruzione della squadra, definire con chiarezza il ruolo di ogni giocatore. Anche a costo di dover rinunciare a qualcuno. E’ importante spiegare al giocatore quello che troverà in squadra e cosa ci si aspetta da lui anche dal punto di vista gerarchico. Questo aiuta il giocatore nella fase di ambientamento. E poi è fondamentale la disponibilità, la predisposizione e la mentalità dei giocatori a condividere un linguaggio comune”.
Rispetto alle previsioni quale nuovo giocatore l’ha sorpresa?
“I giocatori che sono arrivati rispondono alle caratteristiche che avevamo visto quando li abbiamo scelti. Ci sono poi aspetti accentuati o sfumati ma le caratteristiche sono quelle. Quelle che ci sembravano ideali per integrarsi al meglio. Comunque sia, la squadra prende forma durante l’anno e qui c’è molto da fare”.
Spesso durante le partite schiera il quintetto dell’A2. Serve per mostrare ai nuovi quelle tracce di gioco?
“Il quintetto dell’anno scorso ha conoscenza reciproca maggiore rispetto agli altri e capita che venga messo in campo nella rotazione della partita. Sfruttano questa conoscenza per sviluppare il gioco ma non è un messaggio per gli altri”.
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