Polo chimico e inquinamento: l’inchiesta prosegue e i controlli aumentano
Summit del pool investigativo. Intanto Arpa fornisce i primi dati dei Pfas nella falda "interna"
ALESSANDRIA – La falda sotto il polo chimico, nel perimetro interno allo stabilimento, sembra essere “intrisa” di cC6O4. E non solo.
Il Pfas di nuova generazione è presente nell’acquifero superficiale, intermedio e ora, pericolosamente, anche profondo. I dati forniti da Arpa (dipartimento di Alessandria) indicano come – spiega l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente attualmente diretta da Marta Scrivanti – non si riesca ancora ad osservare un vero e proprio trend. «I dati hanno ancora una fluttuazione e le variabili in gioco sono molteplici.
È prematuro dare indicazioni – spiega Marta Scrivanti – Continuiamo con rilievi e dati per valutare meglio, e per capire le variabili che incidono sui numeri».
«Aumento delle portate»
Ma un’indicazione di massima la danno proprio i numeri. Ecco quali sono i dati riferiti ai Pfas trovati nella falda sotto l’azienda (seppur i limiti sui Pfas non siano ancora oggetto di una legge possono essere considerati una traccia).
Ecco le mappe
«I dati Arpa, riferiti alla campagna di monitoraggio di giugno-luglio 2021, evidenziano che all’interno del sito – nel livello più superficiale della falda (livello A) – il Pfoa raggiunge il valore massimo di 68 μg/L (valore minimo 1,11 μg/L); il cC6O4 ha fatto registrare, tra i piezometri controllati da Arpa, la concentrazione massima di 739 μg/L (valore minimo 0,25 μg/L); in area interna è presente anche il composto Adv, con una concentrazione massima di 60 μg/L (concentrazione minima 0,24 μg/L). Limitatamente ai piezometri controllati da Arpa – continua l’Agenzia – a dicembre 2020, i valori maggiori, nel livello più superficiale della falda (livello A), erano stati registrati in uno stesso piezometro posto nel settore occidentale dello stabilimento (cC6O4 109, 41 μg/L e Pfoa 21,7 μg/L).
A fronte di un numero maggiore di punti interni monitorati da Arpa nel 2021, si osservano incrementi nei valori di cC6O4 registrati in alcuni piezometri posti nel settore occidentale dello stabilimento (picco massimo ad aprile 2021 dell’ordine di 2 mg/l in un piezometro), probabilmente ascrivibili ad un evento incidentale occorso a dicembre 2020, a cui ha fatto seguito – da parte della ditta – un aumento delle portate emunte e inviate a trattamento, nonché la realizzazione di nuovi piezometri di monitoraggio».
E la falda intermedia?
“Per quanto concerne il livello intermedio dell’acquifero (livello B) – specifica l’Agenzia – i dati Arpa, sempre riferiti alla campagna di monitoraggio di giugno-luglio 2021, evidenziano internamente al sito la presenza di Pfoa (valore massimo 0,47 μg/L), Adv (valore massimo 1,01 μg/L) e cC6O4 (valore massimo 0,45 μg/L)”.
«Compromissione»
“Infine, nel livello più profondo dell’acquifero (livello V), i dati Arpa mostrano presenza di Adv (0,15 μg/L) e cC6O4 (0,24 μg/L , valori che indicano una compromissione che sarà oggetto di ulteriore verifica; il Pfoa risulta inferiore al limite di quantificazione (< 0,01 μg/L). Per quanto concerne l’Adv – conclude Arpa – si dispone delle concentrazioni di tale composto solo a partire dal 2021 (metodo analitico in precedenza non disponibile)".
La falda: periodo di secca
I dati, comunque, andranno letti nel tempo. Anche in funzione del livello della falda. A tal proposito, rispetto all’analogo periodo del 2020 nel quale si ipotizzava come la causa della fuoriuscita dei Pfas dal polo chimico e l’innalzamento delle concentrazioni all’interno dello stesso fosse stata connessa ad eventi alluvionali, nel mese di luglio 2021 tale ipotesi è tutta da verificare visto come l’andamento della falda risenta (in riduzione) dell’estrema siccità di questa primavera-estate.
L’inchiesta della Procura
Intanto, l’indagine della Procura alessandrina su Solvay prosegue. I magistrati stanno lavorando con i Carabinieri del Noe e il supporto tecnico dell’Arpa. Mercoledì il pool si è riunito proprio per analizzare gli ultimi esiti dei monitoraggi dell’Agenzia territoriale per la protezione ambientale. La vigilanza di Arpa nella zona interessata dall’inquinamento è stata intensificata. E lo sarà ulteriormente con piani di lavoro precisi, anche in considerazione alle richieste della magistratura. Ma analizzare la situazione, soprattutto dal punto di vista tecnico-scientifico, è complicato. Sul punto, la Procura è in attesa della relazione del proprio Ctu (un grave impedimento del consulente ha determinato un ritardo).