Alessandria, la crisi del Comune in cinque punti
Ecco cos'è accaduto e cosa potrà succedere. Intervengono Pd e M5S
In Consiglio comunale la discussione sui nuovi gruppi a Palazzo Rosso
ALESSANDRIA – Non si è parlato di giunta e di possibili rimpasti all’orizzonte a Palazzo Rosso. Ma il Consiglio comunale convocato ieri sera (martedì, 14 settembre) ha discusso delle scelte fatte dai suoi componenti, i consiglieri di maggioranza, e quindi della nuova composizione non solo dell’organo istituzionale più importante, ma soprattutto del sostegno all’amministrazione comunale. C’è ancora una maggioranza?
“Abbiamo già confermato la nostra piena disponibilità e il nostro appoggio al sindaco” ha per primo spiegato Maurizio Sciaudone, uno dei consiglieri ex Forza Italia, fuoriuscito dal partito insieme a Foglino, Micò, Poggio e Bovone (mentre non c’è più Guerci, passato al Gruppo Misto perché non ha condiviso le richieste del nuovo gruppo di “tagliare teste” in giunta).
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Ecco cos'è accaduto e cosa potrà succedere. Intervengono Pd e M5S
“Delusione per il metodo utilizzato dal partito. Diktat dall’alto, senza coinvolgimento e ascolto” sono solo alcune delle motivazioni date dall’ex capogruppo di Fi insieme a Mauro Bovone. Che hanno però precisato la non volontà del nuovo gruppo InsimeALCentro di “posizioni di potere”, ma solo il giusto riconoscimento del loro ruolo, che hanno mantenuto in Consiglio. Tirando fuori l’accordo che si sarebbe raggiunto per le sostituzioni degli assessori.
C'è l'accordo: gli ex Forza Italia restano in maggioranza
Nessuna indicazione, ma sembrano certi l'uscita di Borasio dalla Giunta e il 'declassamento' di Buzzi Langhi
I commenti non si sono fatti attendere anche dagli stessi banchi di maggioranza, dagli altri partiti, dopo l’intervento del sindaco che ha ringraziato il nuovo gruppo parlando però dell’accordo raggiunto grazie ad un tavolo e ad un accordo tra forze di maggioranza.
“Non un problema sui temi e sulle azioni ancora da portare a termine da parte di questa giunta, ma problematiche interne ad un partito, quello di Forza Italia – ha precisato il capogruppo della Lega, Pavanello – Cioè nessuno è diventato contrario al secondo Ponte sul fiume Bormida…”. Precisando come lo sguardo resti “rivolto al futuro e non al passato“.
A nutrire ancora qualche speranza che “nulla cambi” visto che molte cose sono state fatte è il consigliere Demarte. Mentre il navigato capogruppo di SiAmo Alessandria, Bianchini, ha sottolineato come “non sarebbe dovuto capitare…ma è successo” e ribadendo che il concetto fondamentale resta che “la maggioranza, anche se con modalità diverse di sostegno, resta tale e quale a quella del 2017”.
Anche l’unico consigliere di Forza Italia rimasto al suo posto, Passalacqua, ha voluto dire la sua. E lo ha fatto partendo proprio da Dante: “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” (Dal 26° Canto dell’ Inferno della Divina Commedia) per rivolgere il proprio rammarico per la scelta degli ormai ex compagni di partito. “Dispiaciuto che in 15 giorni sia accaduto di tutto e che i fuoriusciti abbiamo pressato per forzature di richieste di assessori, bloccando di fatto la democrazia e rischiando di mettere a repentaglio il mandato di questa giunta”. Un’azione definita da Passalacqua “omicidio-suicidio”: il primo perché si tagliano teste agli assessori e il secondo perché le elezioni sono vicine e quindi è un’azione di ‘suicidio politico’.
L’ex sindaco Rossa sintetizza la situazione che la maggioranza sta vivendo come un “fallimento politico“. “Crediamo che la città si meriti di meglio”. Ma soprattutto la consigliera Pd chiede al sindaco di “vigilare su certe situazioni che si stanno creando” facendo riferimento alla foto pubblicata da un giornale online che vede allo stesso tavolo di ristorante il presidente Amag, Arrobbio, e l’ex presidente del gruppo Lorenzo Repetto. “Riflettiamo su lancette che non possono essere portate indietro“.
Critico anche il capogruppo del M5S, Serra. Che si affida invece a Propp e alle “narrazioni fiabesche” di tutta questa storia. “Stiamo vivendo una situazione strana: in diverse occasioni siamo stati noi a chiedere le dimissioni di assessori. Ora anche la stessa maggioranza vuole la nostra stessa cosa”. Ma la preoccupazione è che tutto questo litigare tra partiti si trasformi in realtà in una “pietra” per i cittadini alessandrini, cioè senza risvolti positivi per la città.