Col progetto Acinaticum unite le terre di Gavi e di Derthona
All?area archeologica di Libarna è stato presentato il passito nato da uve cortese e da uve timorasso
SERRAVALLE SCRIVIA — Il vino per cultura e per passione, il motto del Consorzio di Tutela del Gavi docg ben si addice ad Acinaticum, il passito che arriva dal passato, presentato sabato scorso, nell’area archeologica di Libarna. Questo vino è il giusto connubio fra uve cortese e uve timorasso, dal profumo intenso che ben si abbina con il formaggio come il Montebore e con il dolce come il bacio di Libarna, creato dal maestro pasticcere Franco Carrea di Serravalle. La nascita di Acinaticum rientra nel progetto Archeosapori che ha preso il via qualche anno fa.
A crederci fortemente è stata, prima fra tutti, Iudica Dameri, presidente dell’associazione Libarna Arteventi. «Questo vino – dice Dameri – è simbolicamente un matrimonio fra gaviese e tortonese». Due zone del basso Piemonte che sono sempre state in contrapposizione benché vicinissime e che, grazie al nettare di Bacco, si sono unite. Gli studi archeologici compiuti negli ultimi anni, comunque, hanno evidenziato che nella zona della frazione Merella e di Pozzolo anticamente si trovava il Timorasso, quindi una testimonianza in più che il territorio è solamente uno. «Io non amo parlare di territori – continua Dameri – bensì di terra, questa è un’unica terra che presenta caratteristiche diverse, è, però, un tutt’uno ricco di arte, cultura, enogastronomia».
Durante la presentazione di Acinaticum c’è stato un “fuori programma”: si è, infatti, suggellato un gemellaggio sui generis fra terre bianche e terre rosse (che caratterizzano anche il vino) fra le associazioni Libarna Arteventi di Serravalle e gli Amici del Forte di Gavi. I sindaci Carlo Massa e Alberto Carbone hanno riempito un’unica urna con un pugno di terriccio proveniente dai rispettivi Comuni. Questo gesto ovviamente ha un alto valore simbolico. A più riprese, nel corso della giornata, esponenti del mondo enologico hanno sottolineato l’importanza di “camminare insieme” per soli «non si va da nessuna parte».