'Six Days Of Enduro': opportunità o catastrofe?
Per il 'mondiale' di categoria, che si disputerà anche in Val Curone la prossima settimana, opinioni discordanti
Dal Moto Club Valli Tortonesi una duplice proposta: passare all'Enduro '2.0' e collaborare con il Cai locale
TORTONA – «Cominciamo con il dire che, pur non essendo coinvolti a nessun titolo nell’organizzazione della ‘Sei giorni’, siamo totalmente favorevoli al fatto che il territorio accolga questo tipo di manifestazioni».
La conferenza stampa del Moto Club Valli Tortonesi inizia un po’ a sorpresa, perché subito dopo l’oggetto della discussione vira bruscamente: «Abbiamo seguito le polemiche e abbiamo deciso di di cogliere il momento per creare un progetto che ci possa migliorare come immagine agli occhi dei camminatori: siamo anche noi persone appassionate della natura e che fanno uno sport a contatto con la natura».
Il progetto era già in cantiere ma è stato accelerato dalla sei giorni fino a diventare un’anteprima nazionale che si spera possa essere presa a esempio per diventare la base del ‘Motociclismo 2.0’: «Siamo partiti dalla consapevolezza di praticare uno sport inquinante e danneggiante o disturbante per altre categorie di turisti e abbiamo stretto una partnership con Arcadia, un’azienda che si occupa di monitoraggio e bonifiche ambientali che valuterà il nostro impatto sul territorio dicendoci come limitarlo o compensarlo. Lo step successivo è stato quasi obbligato: grazie all’accordo con Tacita – leader mondiale nei motocicli elettrici – che ci appoggerà con tariffe e iniziative particolari cercheremo la promozione del turismo attraverso la motocicletta elettrica».
'Six Days Of Enduro': opportunità o catastrofe?
Per il 'mondiale' di categoria, che si disputerà anche in Val Curone la prossima settimana, opinioni discordanti
L’impegno è molteplice per valorizzare il territorio tortonese anche attraverso cibo e vino in spazi ben studiati non solo per vendite nel momento ma per una diffusione dei marchi della zona appoggiandoci alle associazioni. «Abbiamo la consapevolezza che questa situazione possa risolversi solo in due modi: o facendoci la guerra o sedendoci tutti intorno a un tavolo e cercando il più possibile di mediare le esigenze di sindaci e associazioni. Possiamo essere utili al Cai nella manutenzione di sentieri difficili da raggiungere a piedi così come loro possono collaborare con noi per dividere i tracciati in base all’uso». E la presenza alla conferenza del presidente locale Giungato sembra suggellare l’intesa.