Eurovision, Alessandria ci prova
Presentata la candidatura per il grande festival internazionale
Ad ospitare l'evento una tra Torino, Milano, Bologna, Rimini e Pesaro
ALESSANDRIA – Saranno Torino, Milano, Bologna, Rimini e Pesaro a contendersi l’assegnazione della sede per gli Eurovision Song Contest 2022: è dunque ufficialmente spezzato il sogno di Alessandria, che aveva provato a proporre la Cittadella per ospitare la competizione canora vinta quest’anno dai Maneskin.
Escluse, insieme alla nostra città, anche Acireale, Genova, Palazzolo Acreide, Roma e Sanremo.
Eurovision, Alessandria ci prova
Presentata la candidatura per il grande festival internazionale
Ma quali erano i requisiti necessari? Secondo il regolamento, la città ospitante deve essere dotata di un aeroporto internazionale che disti non più di 1 ora e 30 minuti e un’offerta alberghiera di oltre 2mila stanze nelle aree contigue all’evento. Richiesta inoltre un’infrastruttura con i seguenti requisiti: essere al coperto, dotata di aria condizionata secondo gli standard vigenti e ben perimetrabile; avere una capienza di 8mila/10mila spettatori nella sala principale; essere dotata di un’area principale che possa ospitare un allestimento e tutti gli altri requisiti necessari a realizzare una produzione di alto livello con altezze disponibili di circa 18 metri, in particolare con buone capacità di carico sul tetto e facile accesso al carico.
Alessandria sarebbe esclusa; Torino, Milano e Bologna le città in lizza
E, ancora, avere una struttura logistica intorno all’area principale che supporti le esigenze della produzione dell’Eurovision quali infrastrutture per la sicurezza, un centro stampa per 1.000 giornalisti, un’area per le delegazioni (artisti) che includa i camerini, strutture per il personale e uffici, un’area per l’hospitality, servizi per il pubblico come toilette e punti per la vendita di cibo e bevande; disporre di aree a raso e di facile accesso contigue ed integrate nel perimetro dell’infrastruttura per il supporto tecnico-logistico di 5mila metri. Abbiamo osato troppo?