Il medico pakistano in carcere rifiuta l’estradizione spontanea
Su di lui un mandato di cattura internazionale. I suoi avvocati chiederanno la revoca della misura
ALESSANDRIA – Per il medico pakistano 47enne, Ahmed Farhan Junejo, ora cittadino britannico, arrestato in un albergo alessandrino su mandato di cattura internazionale per l’ipotesi d’accusa di riciclaggio datata 2013, formalizzata nel suo Paese d’origine, è iniziata la procedura per l’estradizione.
L’iter prevede che la prima udienza sia finalizzata alla richiesta al detenuto se intenda evitare il procedimento e farsi consegnare spontaneamente nel caso specifico al Pakistan, oppure se debba decidere la magistratura italiana.
Nell’udienza di venerdì scorso il medico 47enne ha risposto di non essere consegnato alla Giustizia del suo Paese. La decisione spetterà quindi alla Corte d’Appello.
Il passo successivo dei suoi avvocati è stato quello di chiedere la fissazione di un’udienza per revocare la misura cautelare in carcere. La difesa chiederà che il 47enne attenda le more del procedimento da persona libera.
Si è anche in attesa che il Pakistan, tramite il suo ministro di Giustizia, invii all’Italia la richiesta formale di estradizione con tanto di fascicolo documentato. A quel punto, la Corte d’Appello entrerà nel merito: il procuratore generale farà le sue richieste così come la difesa, poi la parola passerà ai giudici che decideranno se estradare o meno.
L’operazione della Polizia alessandrina
Era ad Alessandria con la moglie e i figli piccoli, da semplice turista, quando è stato arrestato in un albergo della città. A fermarlo, e a tradurlo in carcere a San Michele, sono state le Volanti della Questura che hanno eseguito un mandato di cattura internazionale.
L’arrestato è Ahmed Farhan Junejo, medico pakistano di 47 anni, ora cittadino britannico: su di lui pesa l’accusa di riciclaggio, nel proprio Paese, nel 2013. E’ stato fermato lunedì, all’hotel Diamante di Spinetta Marengo, su mandato internazionale emesso dall’Interpol il 18 gennaio 2018.
L’uomo è difeso dagli avvocati Alexandro Maria Tirelli e Federica Tartara. “Italia e Pakistan non riescono a collaborare e il recente caso di Salam lo dimostra” spiega l’avvocato Tirelli, riferendosi all’estradizione dei genitori della ragazza scomparsa a maggio da Novellara (Reggio Emilia), e sospettati di averla uccisa per essersi opposta a un matrimonio combinato.
Anche la storia di Junejo ha intrecci internazionali che partono da lontano. E’ lo stesso legale a ricordare che il padre del medico, magistrato della corte speciale anti terrorismo, venne ucciso per essersi ribellato al regime militare. A seguito dell’omicidio, la famiglia è scappata negli Stati Uniti “dove ha immediatamente ottenuto protezione”. Ahmed Farhan Junejo è stato tra i pochi a scegliere la Gran Bretagna, che gli ha concesso prima l’asilo politico e poi la cittadinanza “e, grazie ad accordi diplomatici col Pakistan, gli inglesi si sono sempre opposti all’estradizione”.
L’Italia, però, non avrebbe accordi bilaterali. A quanto si è appreso, la moglie e i figli di Junejo sono già rientrati in Inghilterra.