Caldo, grandine e siccità: addio a un cocomero su cinque in provincia
ALESSANDRIA – Addio a un cocomero su cinque per caldo, grandine e siccità, fattori che hanno tagliato di oltre il 20% il raccolto anche a causa delle cornacchie che provocano enormi buchi nel raccolto rendendolo invendibile. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sul frutto immancabile sulle tavole per Ferragosto.
In provincia di Alessandria le zone di produzione, sia per cocomeri che meloni, coincidono soprattutto con la Bassa Valle Scrivia e, in particolare, i comuni di Isola Sant’ Antonio e Castelnuovo Scrivia. Sono presenti anche nei comuni di Casalcermelli, Castellazzo Bormida e Rivalta Bormida e nelle zone del Casalese e Valcerrina.
I prezzi medi pagati ai produttori agricoli oscillano intorno ai 20 centesimi al chilo, ma in alcune realtà si scende addirittura a 10 centesimi, mentre al supermercato si aggirano intorno ai 70 centesimi al chilo. Ma se si considerano i chioschi il prezzo può arrivare fino 2,50-3 euro al chilo. Va anche sottolineato che in alcuni casi, approfittando dei bassi prezzi pagati ai produttori, le angurie vengono vendute sottocosto e usate come prodotto civetta per attirare i consumatori nei supermercati.
“Anche per il cocomero è importante guardare l’etichetta che indica obbligatoriamente la provenienza. Un’anguria nazionale sarà certamente più fresca e appetibile di una di provenienza estera che ha subito un lungo trasporto – spiega il presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco – Il cocomero come il melone deve essere acquistato maturo e consumato subito. Per capire se è maturo al punto giusto di solito si batte la mano sulla buccia, più il rumore e profondo più è maturo; oppure si guarda la buccia che deve essere liscia e di colore verde e crema. La polpa non deve avere strisce bianche e semi chiari perché ancora non è giunto a maturazione”.
Per conservare al meglio il cocomero la Coldiretti consiglia di non mettetelo nel congelatore ma in frigo avvolto da un panno di cotone bianco. Il cocomero è un alimento sano, nutriente e dissetante che ci salva un po’ dalla calura estiva e dalla disidratazione.
“I cambiamenti del meteo obbligano gli imprenditori a modificare le tipologie di quanto coltivato, per questo le angurie anche in provincia di Alessandria stanno diventando sempre più diffuse – aggiunge il direttore di Coldiretti Alessandria, Roberto Rampazzo – Ciò ha portato però a dover fare i conti con un aumento di cornacchie e gazze, una presenza che negli ultimi due anni è tornata in maniera prepotente mettendo in difficoltà i tanti frutticoltori già alle prese con annate critiche per via delle condizioni climatiche e, ovviamente, anche a causa del lockdown legato alla pandemia. Un problema avvertito su tutto il territorio provinciale, senza distinzione, dalla collina alla pianura”.