Cabiati: fumata nera dall’incontro dal Prefetto. Lo sciopero andrà avanti
Dall'azienda ancora nessun commento ma un dipendente 'fuori dal coro'
ALESSANDRIA – Non doveva certo essere quello risolutivo l’incontro di oggi tra l’azienda Cabiati di Occimiano e i sindacati rappresentanti i camionisti (in sciopero da lunedì) davanti al prefetto Francesco Zito. Ma dal metaforico camino della prefettura è uscita una fumata che Claudio Sanita di Adl Cobas ha definito «nerissima».
Le parti sociali hanno infatti chiesto come prima cosa ai titolari della ditta di autotrasporti l’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro che andrebbe ad aumentare le garanzie di cui i dipendenti godrebbero in questo momento: «Ma di fronte a questa nostra richiesta, une delle più importanti, i rappresentanti dell’azienda cambiavano continuamente discorso. Hanno proposto di tornare a discuterne il 10 settembre, così ce ne siamo andati – spiega Sanita, che però trova un aspetto positivo – La cosa importante è che anche il prefetto si sia reso conto del comportamento della controparte».
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Il presidio davanti al cancello d’ingresso dell’azienda quindi proseguirà a oltranza, ancora per 24 ore su 24 e ancora ‘bloccando’ i camion in uscita «come successo questa mattina: hanno tentato di continuare l’attività con autisti di ditte esterne ma noi gliel’abbiamo impedito. Continueremo a stare qui giorno e notte almeno finchè non ci saranno sviluppi» conclude il sindacalista.
L’altra campana
Intanto, abbiamo provato nuovamente a contattare telefonicamente l’azienda e questa volta a risponderci è stato – a titolo personale – il dipendente Fabio Ferrando, che non ha aderito allo sciopero e ha assistito all’incontro a distanza, in videoconferenza: «Solitamente quando si apre una trattativa, questa si conclude con un accordo tra le due parti che normalmente trovano un compromesso. L’azienda ha dato piena disponibilità e ha avanzato 2 o 3 offerte ai sindacati che hanno risposto ‘o si fa come vogliamo noi o non se ne fa niente’, si sono alzati e se ne sono andati. Ecco: per chiudere una trattativa bisogna essere in due».
E riguardo all’applicazione del ccnl: «I dipendenti lamentano di avere quello che è stato definito un ‘contratto pirata’ che però è riconosciuto dalla Stato italiano ed è pertanto regolare. A questo aggiungo, che questo tipo contratto è tale e quale a quello dei dipendenti delle maggiori aziende di autotrasporti a livello nazionale e da noi è in essere da 5 o 6 anni».
Per la questione legata all’accusa sollevata dai camionisti di lavorare in un ambiente caratterizzato da maleducazione, insulti e anche episodi di razzismo, Ferrando è chiaro: «Se è vero – come dicono – che io sarei uno di quelli che negli uffici favorisce questi tipi di comportamenti come mai nessuno ha denunciato la cosa prima? Io lavoro qui da 12 anni, tutte le telefonate con i dipendenti in trasferta sono registrate, se quello che sostengono è vero allora avrebbero avuto già le prove da tempo».