Sara Maranzana e la dislessia: un libro per raccontare “l’amica molesta”
OVADA – «Nel libro definisco la dislessia la mia amica molesta, arrivata a un certo punto a scombinarmi le parole e la vita». Un racconto a 360° quello che Sara Maranzana ha pubblicato la scorsa settimana. “Il mio universo dislessico” è il titolo di un libro pubblicato con la casa editrice Impressioni Grafiche in cui la giovane pasticcera di Silvano d’Orba racconta sé stessa, la sua infanzia e i problemi attraversati senza giri di parole e escamotage per edulcorare una realtà fatta anche di grande sofferenza.
«Quando ero bambina – racconta Maranzana, che nella sua brillante carriera ha lavorato anche a Londra e in Cina – la dislessia non era un problema riconosciuto come adesso. Durante le elementari, venivo etichettata come una bambina svogliata». Gli errori non perdonati. «I miei temi – prosegue – venivano letti in classe. Gli errori, come le doppie mancanti, o le lettere “h” fuori luogo enfatizzati dalle insegnanti diventavano motivo di derisione da parte dei miei compagni di classe». Al suo fianco solo la famiglia, in particolare i genitori impegnati nel tentativo di trovare una soluzione partendo dal grande impegno messo dalla figlia nell’apprendimento. Un percorso lungo, in alcuni casi anche doloroso, fatto di medici e di test utili ad evidenziare con chiarezza la situazione prima di individuare gli opportuni correttivi.
«La fantasia e la tenacia dei miei genitori è stata unica. La mia casa si riempì di post colorati con le declinazioni dei verbi, mappe illustrate per fissare la geografia, mappe dell’universo. Nel frattempo loro lavoravano molto di più per poter avere la disponibilità economica per visite e consulti». Su consiglio della logopedista, la decisione non facile da prendere di cambiare scuola di fronte all’evidenza di una situazione che non cambiava. «Fu la scelta giusta anche se in molti contestarono la linea dei miei genitori ritenendomi semplicemente un soggetto difficile e una bambina capricciosa».
Il nuovo sistema di studiare prevedeva l’associazione tra le informazioni e i colori. I libri si trasformavano in arcobaleni sui quali muoversi in modo più efficace. Oggi Sara è molto attiva sulle pagine social e sui gruppi nati per raccogliere persone che alle spalle hanno la stessa esperienza. «Fare luce sulla dislessia – aggiunge – e provare a tranquillizzare chi sta attraversando la stessa situazione è il motivo per il quale ho deciso di scrivere questo libro. Mi rendo conto che c’è ancora bisogno di fare luce su queste dinamiche e su come ancora oggi certe valutazioni non siano corrette». Le parole sono accompagnate dalle illustrazioni elaborate da Teresa Droghetto.
Fin dai primi anni della sua vita, Sara ha intravisto la passione che l’avrebbe portata in individuare il suo percorso lavorativo. «Da piccola – spiega – passavo molto tempo con i nonni. Mia nonna cucinava spesso. Mi sono accorta presto di come fossi più interessata ai dolci che ai piatti salati. La soddisfazione più grande? Quando ciò che preparavamo piaceva a mio nonno». La grande passione è quella per il gelato, in un primo momento merenda preferita e in grado di far dimenticare, almeno per un momento i brutti momenti vissuti in classe, poi diventato uno dei principali interessi professionali.
Il resto della storia è conosciuto. Il diploma di scuola superiore a Neive, la scuola statale che ogni anno prepara decine di giovani pasticceri. Le esperienze da Chef de partie a Londra, prima al “Maze” di Gordon Ramsey e poi al “Greenhouse”. Poi l’esperienza in Cina per conoscere il nuovo mondo, il ritorno in Italia prima a Torino e adesso a Novi per la nuova esperienza alla guida della “Dolceria Sabauda”. Tutte rivincite più che meritate dopo tanto impegno. «Volevo dimostrare ai miei genitori che i loro sacrifici non erano stati vani – conclude Maranzana -. In un secondo momento è diventato un riscatto verso chi mi avevano fatto sentire merce difettosa».