Il Cinema Ritrovato 2021: sotto il segno di Isabella Rossellini e Romy Schneider
Si è aperta lo scorso 20 luglio a Bologna e proseguirà sino al 27 del mese la 35esima edizione del Festival Il Cinema Ritrovato, storica manifestazione – quotata a livello internazionale – per la conservazione, promozione e diffusione a trecentosessanta gradi delle opere cinematografiche del passato, entro una varietà estrema di generi, stili, tendenze, autori.
La seconda edizione di questo tempo di pandemia propone in totale 426 pellicole tra restauri, capolavori, rarità; un lavoro di ricerca e riproposizione certosino ed enciclopedico, che ha coinvolto 89 istituzioni pubbliche e private di 27 diversi Paesi.
A fare da apripista al Festival è stata – nel corso della prima giornata – Isabella Rossellini, la celebre modella, attrice, regista e scrittrice, figlia di Roberto Rossellini e Ingrid Bergman, oltre che musa artistica di David Lynch e Martin Scorsese (quest’ultimo anche suo ex marito).
Al Cinema Ritrovato la Rossellini ha presentato la versione restaurata dalla Cineteca di Bologna di “Francesco Giullare di Dio”, diretto da suo padre nel 1950: «È un film bellissimo, anche perché è scritto da Fellini, quindi c’è tutto l’umorismo di Fellini e la ricerca etica di mio padre. È una collaborazione molto interessante tra due autori italiani davvero importanti», ha commentato l’attrice, che oggi – oltre che di cinema – si occupa anche di ‘Mama Farm’, una fattoria di 15 ettari a Long Island, New York.
«Adesso mi offrono sempre ruoli secondari, è difficile avere ruoli da protagonista per una donna di 70 anni, non è che non ci sono, ma sono pochi», ha spiegato la Rossellini. «Poi dico al mio agente che non ho voglia di andare tre-quattro mesi in un albergo senza vedere la mia famiglia, l’ultima volta sono stata sei mesi a Vancouver per una serie, Vancouver è una città bellissima, però sei mesi, senza potersi muovere, mai più».
Il Cinema Ritrovato è – secondo la diva americana – un’iniziativa di imprescindibile utilità: «Mi ha fatto vedere tanti film. Oggi vedo due o tre film al giorno, e questo non sarebbe stato possibile senza il lavoro di realtà come Il Cinema Ritrovato. Quando ero piccola, se volevo vedere i film di mia madre, dovevo aspettare che ci fosse una retrospettiva, che li passassero in televisione o in un cinema d’essai. È un po’ quel che accadeva in passato con i libri: erano scritti a mano, conservati nei conventi, inaccessibili. Poi con la stampa e gli editori i libri sono arrivati nelle case di tutti. Nello stesso modo, i film: con gli archivi e le manifestazioni come Il Cinema Ritrovato, i grandi classici sono a disposizione di tutti».
Del resto – come recita un passaggio del comunicato diramato alla stampa dall’organizzazione del Festival – «Mai la storia del cinema è stata così ricca e viva. Mai come ora, grazie all’attività degli archivi, questo immenso patrimonio ci consente di conoscere il passato come fosse il nostro presente. Il Cinema Ritrovato è il luogo dove quest’alchimia si compie, dove il cinema del passato entra nel presente. E se così tanti film interessanti, belli, bellissimi sono stati prodotti nel passato,
non possiamo non essere fiduciosi nel futuro».
Quest’ultima edizione vede l’aumentare del numero delle sale del Festival (dieci in tutto, tra cui lo splendido schermo gigante di Piazza Maggiore, la nuovissima LunettArena dei Giardini Lunetta Gamberini e l’Arena del Sole).
Per entrare nel vivo della Kermesse, Il Cinema Ritrovato propone tre restauri ‘eccellenti’: l’in-
cubo lynchano di “Mulholland Drive” (2001), il profetico ritratto sociale di “Una bella grinta” (1965) e lo straordinario “Les Bas-fonds” (1936) di Jean Renoir, introdotto da Nicolas Seydoux.
Come già ricordato, il 20 luglio la manifestazione si è aperta con la presenza quale ospite d’onore di Isabella Rossellini, che in Piazza Maggiore insieme ad Alice Rohrwacher ha riflettuto sulla distruzione del paesaggio agrario, presentando il cortometraggio “Omelia contadina” di JR e Alice Rohrwacher, “Il mulino del Po” (1945), adattamento di Alberto Lattuada della grande epopea padana scritta da Riccardo Bacchelli e il suo stesso “Green Porno”, serie tv in due stagioni ideata nel 2008.
Al Cinema Ritrovato vengono riproposte anche alcune pellicole d’eccezione, introdotte da due ospiti ‘speciali’: Volker Schlöndorff presenta “La Piscina” di Jacques Deray (1969), con la seducente coppia Romy Schneider-Alain Delon, mentre Nanni Moretti racconta la genesi di “La cosa” (1990), suo storico documentario sulla crisi del PCI.
Nel programma delle riproposte anche il classico “Un posto al sole” di George Stevens (1951), con Elizabeth Taylor e Montgomery Clift, l’ingannevole verità di Orson Welles nel suo “F for Fake” (1973), il ménage à trois Mastroianni-Vitti-Giannini nel “Dramma della gelosia” di Ettore Scola (1970), l’ambigua follia di “La fiera delle illusioni” di Edmund Goulding (1947), uno dei più grandi insuccessi della storia del cinema; infine, “I 400 colpi”, il primo capolavoro di François Truffaut, nella nuova versione restaurata.
La musica dal vivo anche quest’anno fa da contraltare e da accompagnamento alle serate cinematografiche. Il 17 luglio gli Sprockets di Maud Nelissen hanno aperto le danze in Piazza Maggiore, trascinando il pubblico nei ruggenti anni Venti dell’irresistibile commedia di Clarence G. Badger, “It” (1927), mentre il 22 luglio l’umoristica eleganza di “Erotikon” di Mauritz Stiller è stata messa in risalto dalle note del Matti Bye Ensemble. Il 24 luglio, invece, primo imperdibile appuntamento con l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna e “Vampyr” (1932), capolavoro e primo film sonoro di Carl Th.Dreyer, la cui colonna sonora è stata lavorata per consentire l’accompagnamento con le musiche di Wolfgang Zeller restaurate e dirette da Timothy Brock.
In parallelo, per gli spettatori della LunettArena il debutto cinematografico muto di un Enrico Caruso emigrato nella Little Italy anni Dieci di “My Cousin” di Edward José (1918), accompagnato dalle musiche eseguite da Daniele Furlati, Guido Sodo e François Laurent e dalla voce di Caruso stesso. Nel finale, le riprese di Mario Fantin per “Italia K2” di Marcello Baldi, documento spettacolare della scalata che nel 1954 portò alla conquista della seconda vetta più alta del mondo. Le musiche dell’epoca di Teo Usuelli, adattate e orchestrate da Daniele Furlati, vengono eseguite dall’Orchestra e dal Coro del Teatro Comunale, diretti da Timothy Brock.
Per gli appuntamenti ‘Fuori Sezione’, ricordiamo la presentazione da parte dello sceneggiatore e regista premio Oscar Paul Haggis del dramma morale di Clint Eastwood “Million Dollar Baby” (2005), di cui ha firmato lo script e che lo ha portato alla ribalta di Hollywood.
Lo scrittore ‘cinefilo’ Jonathan Coe introduce, invece, alla LunettArena introdurrà il capolavoro crepuscolare di Billy Wilder “Fedora” (1978), intorno al quale ha costruito il suo ultimo
romanzo, “Io e Mr Wilder”. Viene, inoltre, presentato nella sede della Fondazione MAST il documentario “Lumumba, la mort du prophète”, il primo dei due film che il regista haitiano Raoul Peck ha dedicato a Patrice Lumumba, figura centrale della storia politica del Congo e di tutta l’Africa.
Per la rassegna ‘Il secolo del cinema: 1901’ (A cura di Mariann Lewinsky e Karl Wratschko), si possono scoprire al Cinema Ritrovato le vedute dei fratelli Lumière e della Mutoscope & Biograph,
o i film della Mitchell & Kenyon legati al più circoscritto contesto inglese, insieme alle opere di alcuni pionieri britannici come R.W. Paul e James Williamson e del francese Ferdinand Zecca, che -appena entrato nella scuderia Pathé – inaugura un nuovo genere destinato a spazzare via il cinema fatto fino a quel momento: il dramma.
Anche la rassegna dedicata al 1921 propone approfondimenti e curiosità, dal cinema di Ernst Lubitsch e Victor Sjöström, al cinema di Weimar e a quello delle avanguardie (con Walter Ruttmann e Hans Richter). Vengono offerte alla visione del pubblico (ritrovate negli archivi del Gosfil’mofond di Mosca) copie uniche della produzione sovietica importate dal mercato estero oppure rimaste invisibili per decenni, come “The Swamp” con Sessue Hayakawa o “Crazy to Marry” con ‘Fatty’ Arbuckle. E – a proposito di commedia – sono presenti a rappresentare il 1921 anche le opere con protagonisti lo stesso Arbuckle, Georges Biscot, Charlie Chaplin, Stanlio & Ollio, Buster Keaton e Larry Semon.
Interessanti, al Cinema Ritrovato edizione 2021, le proposte legate alla rassegna (a cura di Alexander Jacoby e Johan Nordström, in collaborazione con l’Istituto Giapponese di Cultura) dedicata alla casa di produzione giapponese Iwanami Productions, fondata nel 1950 per realizzare film educativi e promozionali e in seguito profonda trasformatrice del cinema documentario nipponico; così come la retrospettiva (a cura di Olaf Möller) dedicata a Wolfgang Staudte, probabilmente il solo regista del dopoguerra il cui lavoro è stato importante per le culture cinematografiche di entrambe le repubbliche tedesche.
Un’attenzione particolare viene rivolta al cinema delle donne, con la proposta (a cura di Cecilia Cenciarelli e Elena Correra) di dieci esordi al femminile al centro della sezione del festival che più di ogni altra si propone di allargare gli orizzonti del cinema; al cinema per le nuove generazioni, tramite la rassegna ‘Kids & Young-Schermi e Lavagne’, in collaborazione con il dipartimento educativo della Cineteca di Bologna; e alla storia del ‘Parallel Cinema’ Indiano.
Il Cinema Ritrovato propone, poi, numerosi omaggi: a Romy Schneider (dal debutto nei panni della dolce e tormentata principessa Sissi nelle pellicole di Ernst Marischka all’assurzione a ‘musa’ di registi come Joseph Losey, Luchino Visconti, Bertrand Tavernier, Costa-Gavras, e Claude Sautet); a George Stevens, il maestro americano che iniziò come operatore agli Hal Roach Studios per diventare negli anni Trenta un asso del cinema e uno specialista della commedia; al controverso Herman J. Mankiewicz (con cinque film proposti), sceneggiatore di “Quarto potere” di Orson Welles (1940) e geniale story editor; al grande Aldo Fabrizi, più che un grande attore comico, protagonista sofferto e intenso di “Roma città aperta” di Roberto Rossellini (1945). Un attore e un regista che segna, come autore completo, una stagione di passaggio del cinema italiano, tra neorealismo e cinema della modernità, con un gusto non comune per la scrittura e la messa in scena.
Infine, non bisogna dimenticare, alla 35esima edizione del Cinema Ritrovato, i tradizionali e ricchi appuntamenti con le lezioni di cinema, che vedranno in campo, tra gli altri, Marco Tullio Giordana, Amos Gitai, Paul Haggis, Isabelle Huppert, Brigitte e Marian Lacombe, Alice Rohrwacher, Isabella Rossellini, Volker Schlöndorff.