À la guerre comme à la guerre
La scorsa settimana il premier russo Vladimir Putin ha firmato una legge piuttosto singolare. Secondo questa norma, in Russia, il nome Champagne viene riservato alle sole bollicine prodotte in quel paese, i cosiddetti “ shampanskoye” mentre tutte le bottiglie che arrivano dall’estero devono riportare la sola scritta spumante.
Tralascio le considerazioni sulla possibile qualità di tali vini russi, ne ho assaggiati pochi e non sarei obbiettivo, sorvolo anche sulle implicazioni politiche, se non segnalando che la maggior parte degli spumanti russi arriva dalla Crimea e forse questa legge serve al leader russo per rabbonire gli abitanti di quelle zone in cui è in corso una guerra strisciante con l’Ucraina e non voglio nemmeno soffermarmi sulla possibilità che sia semplicemente un ”dispetto” all’Unione Europea ma qualche considerazione va fatta.
Giustamente il governo francese ha presentato note di protesta ufficiali e anche l’Unione ha attivato delle procedure ma, all’atto pratico solo alcune grandi maison della Champagne, fra tutte Moet Hennesy del gruppo LVMH, hanno annunciato di aver immediatamente bloccato l’esportazione dei loro prodotti verso la Russia.
Chiariamo subito un punto, lo Champagne è un prodotto DOP (a Denominazione di Origine Protetta, in Francia AOC, Appellation Origine Protegè) che può essere prodotto esclusivamente nell’omonima regione situata a est di Parigi ed esattamente delimitata.
I prodotti DOP godono della protezione legale dell’UE che li tutela all’interno dei propri confini e all’estero da frodi e tentativi di imitazione che possano trarre in inganno i consumatori, anche attraverso leggi internazionali sul commercio. Quello che però mi ha colpito di più in questa circostanza è stato l’atteggiamento italiano ed in particolare di molta parte della nostra stampa, che ha posto l’accento non sui pericoli che l’Unione e i suoi prodotti corrono, ma sul fatto che da tale situazione si creerebbe una supposta possibilità per i nostri spumanti di aumentare le vendite in Russia.
Mi sarei aspettato una levata di scudi da tutti i paesi europei, ma in particolare da noi e dalla Spagna, oltre alla naturale reazione francese, visto che in tre paesi produciamo qualcosa come il 75% del vino di qualità nel mondo, ma ad oggi ancora nulla. Per logica, o forse anche solo per incrollabile fede nell’Unione e nei suoi membri, mi aspettavo un blocco unito di tutti i produttori europei che proponesse di bloccare immediatamente le esportazioni di vino verso la Russia.
Si dirà, perché mai dovremmo difendere lo Champagne? Magari se ci ricordiamo che l’Italia ha il maggior numero di prodotti a denominazione (DOP e IGP) di tutta l’Unione una lucina in fondo al tunnel la vediamo e se proseguiamo nel ragionamento potremmo anche pensare che la prossima legge di un qualsiasi paese al mondo potrebbe prevedere che solo lì si possa produrre il Parmigiano Reggiano, il Barolo, il San Daniele eccetera eccetera. A quel punto sono certo che tutti, politici e giornalisti in primis, scatenerebbero una controffensiva mediatica e commerciale degna del miglior Churchill ma, e sottolineo ma, gli altri partner europei forse non sarebbero così fermi nella reazione e magari i cugini francesi potrebbero inviarci una nota con l’internazionale gesto detto “dell’ombrello”.
Siamo l’Unione Europea, la più grande potenza economico–commerciale del mondo e non lo sappiamo! Continuiamo a coltivare il nostro orticello incuranti dei problemi di chi ci è vicino salvo sbraitare spesso inconcludenti quando i guai toccano a noi. Ci sono ancora soggetti che pensano e dicono “prima noi”, senza pensare che se sei solo ci sarà sempre uno più grosso di te che dirà “ no caro, prima io”.
Ma la lucina in fondo al tunnel è ancora lì e se guardo all’atteggiamento dei giovani mi accorgo che per loro l’Europa è tangibile, che più dei governi credono in una unione che di fatto esiste anche se la costruzione è ancora lunga e piano piano la luce aumenta di dimensioni ed intensità.
Perciò anche oggi il bicchiere è mezzo pieno, di Champagne, quello vero, quello Francese.
À la santé!