“Dopo Genova incominciò la lotta sociale anche ad Alessandria”
Temi come migrazione, povertà, cambiamenti climatici erano al centro della protesta e lo sono ancora oggi. L'attivista ricorda i fatti di Genova
ALESSANDRIA – 20 anni fa Claudio Sanita aveva 23 anni, come Carlo Giuliani. L’anima dei disobbedienti alessandrini prima e dei movimenti sociali dopo era tra gli organizzatori dei pullman verso Genova, per protestare contro il G8. “Ne abbiamo fatti partire – solo noi – quattro, pieni, da Alessandria”. Considerata poi la cinquantina di persone sul treno speciale e chi è andato per conto suo, dalla provincia di Alessandria verso il Genoa Social Forum si spostarono almeno 400 persone.
Il G8 per la generazione di Sanita ha rappresentato l’inzio della lotta, incominciata un paio d’anni prima e sfociata poi nelle proteste di Seattle: “Poi dopo Genova abbiamo incominciato ad organizzarci. Così nacque il centro sociale Crocevia e poi il Laboratorio Sociale ad Alessandria. Pensavano di averci fermato con le cariche della polizia nei cortei, invece da lì abbiamo trovato la forza per dire no alle ingiustizie”.
I temi di allora sono drammaticamente e straordinariamente ancora attuali: “Se ci avessero ascoltato quando all’epoca parlavamo di cambiamenti climatici, di sfruttamento dei popoli, di migrazioni, forse oggi non avremmo avuto la pandemia”.
Sanita, oggi sindacalista Cobas, guarda le nuove generazioni del Fridays For Future, di Non Una di Meno e dei movimenti dal basso come l’eredità lasciata da quello che successe vent’anni fa: “Non abbiamo cambiato il Mondo a Genova, ma il Mondo non ci ha cambiato e continuiamo a stare dietro alla barricata a lottare dalla parte degli ultimi”.
Su Il Piccolo di oggi venerdì 16 luglio il racconto de la “nostra” Genova, quando la violenza battè la politica.