Cit, il giudice concede più tempo. Dem: «Ora Cabella riveda le sue scelte»
L'appello dell'opposizione: «C'è il tempo per costruire un documento condiviso che abbia anche il parere positivo dei funzionari»
NOVI LIGURE — Si allontana l’ipotesi fallimento per il Cit. Il giudice infatti ha concesso all’azienda di trasporto di Novi Ligure 60 giorni di tempo per presentare il piano di ammissione al “concordato preventivo”, nominando commissario giudiziale il commercialista torinese Leonardo Marta (anche se la società continuerà a essere guidata dall’amministratore unico Silvio Mazzarello).
Il tempo concesso dal tribunale fallimentare potrebbe anche servire per rivedere in toto la contestatissima delibera di cessione, che il consiglio comunale novese ha approvato lo scorso 3 maggio nonostante il parere negativo del segretario comunale, del dirigente dei servizi finanziari e dei revisori dei conti. È la richiesta fatta dai Democratici, che ieri in una conferenza stampa hanno spiegato perché hanno abbandonato l’aula, mercoledì sera, facendo mancare il numero legale.
«Siamo contrari a interventi di carattere straordinario prima della decisione del giudice – aveva affermato il capogruppo dem Simone Tedeschi – La nostra proposta è di ripartire da zero: c’è il tempo per costruire un documento che non rischi di essere impugnato, che riceva l’approvazione di tutte le forze politiche e che abbia il parere positivo dei funzionari comunali».
I Democratici però hanno sottolineato anche le «tante giravolte» dell’amministrazione Cabella sul Cit, nonché le profonde divisioni che agitano il centrodestra sulle questioni più importanti, come Z3 e tassa rifiuti. «Addirittura il bilancio è stato approvato con una maggioranza relativa, cosa mai successa prima», ha detto Tedeschi. «Cabella dovrebbe prendere atto che non ha più i numeri per governare».
Intanto ci sono diversi Comuni che hanno già deciso di cedere le proprie quote: si tratta di Grondona (che le venderà tutte), Arquata Scrivia e Borghetto Borbera (che invece alieneranno l’85 per cento, come Novi). Tutti e tre hanno scelto di “agganciarsi” alla gara che sarà organizzata da Novi per individuare un operatore privato interessato. Ad Arquata la minoranza non ha partecipato alla votazione: «Per motivi di merito ma anche di metodo – ha spiegato Roberto Scifò (Pd) – La convocazione d’urgenza del consiglio comunale ha impedito a molti di noi di partecipare».