Cit, niente clausole di salvaguardia per i lavoratori. «Ma saranno tutelati»
Secondo l'assessore Delfino non possono essere inserite nel bando per la cessione. Ma assicura: «Per loro non cambierà nulla»
NOVI LIGURE — Le clausole di salvaguardia per i lavoratori non potranno essere inserite nel bando di gara con cui il Comune di Novi Ligure intende vendere parte del Cit a un operatore privato. Lo ha affermato ieri l’assessore Maurizio Delfino, nel corso della seduta della commissione consiliare Bilancio.
Delfino ha spiegato che la legge consente di inserire le clausole di tutela nel caso in cui una società subentri a un’altra nell’esecuzione di un appalto o di un servizio. «Ma con il Cit questo non accade – ha detto – I lavoratori rimarranno dipendenti della società di trasporto e per loro non cambierà nulla».
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Novi ha deciso di vendere l’85 per cento delle proprie quote societarie a un operatore privato, da individuare tramite una gara. Attualmente possiede circa i 7 decimi dell’azienda: il privato quindi diventerà socio di maggioranza con il 60 per cento delle azioni. O anche di più, se altri Comuni opteranno per la cessione totale o parziale delle proprie quote (sembra ad esempio che Grondona intenda vendere il proprio 1,2 per cento).
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Che succederà ai dipendenti del Cit una volta che il timone sarà in mano ai privati? Il tema è stato sollevato dal consigliere Dem Luca Patelli. Secondo Delfino, le clausole di salvaguardia non possono essere inserite nel bando di gara, che è l’unica strada percorribile per la cessione delle quote.
L’amministratore unico del Cit Silvio Mazzarello ha ricordato che, durante l’incontro con i lavoratori avvenuto in occasione dello “sciopero selvaggio” del 2 luglio, erano stati presi degli accordi. «Io e il sindaco Gian Paolo Cabella abbiamo firmato un’intesa con i sindacati specificando che, compatibilmente con i contenuti del bando di gara, avremmo inserito le clausole sociali».
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Secondo Mazzarello e Delfino, a tutelare i dipendenti del Cit ci sarebbero comunque i contratti di lavoro e le norme sulle aziende in stato di crisi. «I diritti acquisiti non saranno toccati», hanno detto. Inoltre, per Mazzarello «il numero degli autisti è quasi sotto il livello minimo», come dire che il personale non può essere ulteriormente ridotto. Discorso diverso invece per i lavoratori impiegati nei rami d’azienda che dovrebbero essere alienati a una nuova società, come le onoranze funebri.
Rocchino Muliere per i Dem e Francesco Bonvini per il gruppo Solo Novi hanno chiesto all’amministrazione comunale di trovare una soluzione. «Non possiamo fidarci dei privati o fare affidamento sui tempi della giustizia in caso di problemi – ha detto Bonvini – Meglio tutelarci in anticipo».