“Pensavo di rimanere su una sedia rotelle, invece sono tornato a camminare”
La testimonianza di Carlo dopo tre interventi ortopedici, un trattamento rigenerativo del tessuto osseo e tanta fisioterapia
ALESSANDRIA – “Pensavo di rimanere su una sedia rotelle e invece ora sono tornato a camminare, ritrovando la forza per cominciare una nuova vita”: commenta così la sua dimissione dall’Ospedale di Alessandria Carlo che, dopo essersi sottoposto a tre interventi ortopedici, un trattamento rigenerativo del tessuto osseo e tanta fisioterapia, finalmente ora può tornare a casa sulle sue gambe.
Il lungo percorso di cura ha inizio l’anno scorso quando, a seguito di un incidente stradale, viene portato nella Terapia Subintensiva del ‘Santi Antonio e Biagio’. Qui comincia fin da subito la riabilitazione al letto per evitare danni da immobilizzazione, per poi arrivare a impostare un vero e proprio progetto riabilitativo: “Abbiamo accompagnato Carlo nel recupero spontaneo e non attraverso diverse fasi e accessi al Presidio Borsalino – racconta Luca Perrero, direttore di Neuroriabilitazione – partendo da movimenti semplici e arrivando via via a movimenti focalizzati su funzioni più complesse, fino al reinserimento sociale, anche grazie all’utilizzo dei nostri laboratori riabilitativi”.
L’incontro con il dottor Kristijan Zoccola, direttore facente funzioni di Ortopedia e Traumatologia, è stato poi fondamentale: “Ci siamo trovati davanti un paziente con una grave perdita di sostanza che non permetteva di ricostruire il bacino, andando ‘semplicemente’ a impiantare una protesi d’anca. Abbiamo quindi dovuto innanzitutto procedere con un primo intervento di bonifica dell’infezione del bacino e poi prepararci al secondo, ricostruttivo, sia con un’accurata progettazione insieme ai bioingegneri che hanno riprodotto in un modellino 3D la situazione ossea di Carlo, sia grazie alla collaborazione con la Medicina Trasfusionale”.
Per poter continuare con la ricostruzione del bacino, occorreva infatti adottare un approccio biologico al fine di indurre più velocemente la rigenerazione del tessuto osseo: “Abbiamo utilizzato un plasma ricco di piastrine, preparato con un sistema innovativo – spiega Laura Mazzucco, dirigente biologo del Laboratorio di Medicina rigenerativa – e validato proprio nel nostro laboratorio della Medicina Trasfusionale: si tratta di un preparato compatto, ricco di biomolecole, piastrine e proteine plasmatiche che ha fortemente stimolato l’ambiente staminale”.
Alla seconda operazione di ricostruzione, dopo un mese e mezzo, ne è seguita una terza che ha consentito finalmente di impiantare la protesi d’anca. Ora Carlo, grazie a uno straordinario lavoro multidisciplinare e molti mesi di ricovero, può camminare e “avere una vita normale e serena”.