The Making of… “Notizie dal 2050”
Curiosità e retroscena del visionario video prodotto da Culturaintour
Avete già visto questo video? Se non lo avete ancora fatto, non aspettate il 2050 per vederlo! Se già lo conoscete, non perdiamo altro tempo! Partiamo subito con le domande al team molto affiatato a cui vanno i meriti per l’eccezionale risultato ottenuto: Rossella (attrice teatrale), Margherita Caruso (Culturaintour) e Lorenzo Carbone (We for the planet) che ci sveleranno alcune curiosità su di loro e sulla realizzazione del video!
Chi ha avuto l’idea sulla quale è stata scritta la storia?
M: È stata di Rossella! Le abbiamo fornito il materiale per potersi preparare al meglio sull’argomento, e proprio la fase di “studio” è stata quella che ha occupato la maggior parte del tempo. Dal momento in cui ha avuto per così dire “l’ispirazione”, in 3 mesi è stato realizzato il filmato nella sua forma finale.
Come vi è venuta l’idea di fare un video?
M: per effetto della pandemia, non potendo lavorare in presenza, volevamo testare una nuova modalità di lavoro e di comunicazione in funzione dei laboratori per le scuole che stiamo preparando. È stato un modo per non fermarci!
Dove è stato girato il video?
M: Possiamo dire che è “fatto in casa” nel vero senso della parola! Rossella è l’interprete e, Andrea, il suo compagno si è occupato di girare e montare il video.
Sempre Andrea ha composto un sottofondo di accompagnamento che servisse a sdrammatizzare e stemperare l’atmosfera un po’ cupa. Per una questione legata essenzialmente alla luce, le riprese si sono svolte in due mattine: prima la Rossella del presente e il giorno dopo la Rossella del futuro.
Chi ha scritto il copione?
L: I testi li ha scritti Rossella. Ci ha proposto ben 4 possibili versioni molto diverse tra loro. Abbiamo scelto quella che aveva riferimenti e notizie ad oggi già consolidate, in modo da dare autorevolezza alle info nel video. Per esempio la necessità di usare una maschera, più invasiva rispetto a quella abitualmente utilizzata oggi, il discorso relativo ai picchi di calore, le api a rischio estinzione e le migrazioni.
Abbiamo fatto in modo che esprimesse al meglio la sua creatività perciò le abbiamo lasciato tutto il tempo di cui aveva bisogno in modo che potesse interpretare al meglio ogni scena.
I contenuti dei dialoghi sono stati oggetto di numerose modifiche in fase di rifinitura dello storyboard?
M: A nostro avviso era un ottimo copione e non ci sono state modifiche importanti. Forzatamente abbiamo effettuato tagli per rendere la lunghezza del video compatibile alla diffusione sui social. Inoltre, abbiamo chiesto a Rossella di evitare riferimenti al presente come ad esempio nomi di politici, in modo che il risultato fosse atemporale.
Volevamo che il video desse non solo brutte notizie, ma anche lasciasse una via di fuga. Perciò abbiamo chiesto a Rossella di enfatizzare “la speranza” dalla Rossella del 2050. Da lì è nata l’idea che occorre immaginare un futuro migliore come “arare un campo”.
La controversa storia di John Titor, l’uomo venuto dal futuro per avvertire l’umanità su avvenimenti nefasti, ha in qualche modo ispirato l’idea del video?
L: Assolutamente no. Non c’è l’influenza della vicenda di John Titor. In realtà, il nostro video ha lo stesso stile che è stato usato da molti youtuber per spiegare la pandemia e a noi interessava proprio intercettare i giovani e sperimentare un nuovo modo di comunicare la crisi climatica.
Pensate che il doppiaggio in inglese possa contribuire al raggiungimento di un pubblico sempre più vasto?
L: Il doppiaggio non darebbe lo stesso effetto, in quanto ci sono riferimenti a territori italiani e si perderebbe il senso delle battute e poi sono molto importanti per questo tipo di contenuto sia l’enfasi che l’intonazione, che Rossella ha saputo dare in modo ottimo.
Stesso discorso per i sottotitoli, tradotti in varie lingue, occorrerebbe proprio un arrangiamento di alcune parti in modo da renderle fruibili anche all’estero.
La maschera portata dal futuro, ad oggi in quale ambito è utilizzata?
M: È una maschera antigas, attualmente utilizzata dai vigili del fuoco. Vuole essere di forte impatto, a confronto con le mascherine chirugiche a cui siamo abituati ad utilizzare in questo periodo.
Per quanto riguarda il finale del cortometraggio, c’è stato un ballottaggio con un altro finale alternativo, oppure fin da subito si è voluto dare risalto al grave rischio che stanno correndo le api di estinguersi?
M: No, il finale non è mai stato in discussione. La nostra intenzione è stata di “lanciare” notizie già note, in modo da dare ai testi una certa autorevolezza. Sono notizie supportate dalla scienza e una di queste riguarda il grave pericolo che stanno correndo le api.
Con i lockdown che si sono susseguiti, come avete fatto a riuscire a portare avanti il lavoro?
L: Per via della situazione sanitaria, il lavoro è stato portato avanti in maniera esclusivamente telematica. Non appena ci sarà la possibilità di poter tornare ad interagire con le scuole, andremo ad organizzare nuovamente laboratori mirati all’apprendimento dei temi chiave che riguardano la sostenibilità e il cambiamento climatico.
Rossella, quando ti è stato chiesto di recitare x questo cortometraggio, come hai reagito?
R: Mi sono rimboccata le maniche, mi sono fatta coraggio perché sapevo che mi stavo approcciando a un argomento importante di cui però non avevo mai fatto un grande approfondimento.
Quindi ho ritenuto che per poter parlare di una cosa o di cercare il punto di vista per raccontarla, bisognava innanzitutto conoscerla accuratamente ed entrarci. Sì…è così che mi son sentita!
Quale frangente è risultato più problematico da interpretare e da rendere efficace anche dal punto di vista espressivo, oltre che di contenuto?
R: Nessuno in particolar modo. Ho cercato di tenere sempre presente che per realizzare questo video occorreva mantenere una sorta di “leggerezza”, a livello generale, in quanto i contenuti sono molto forti, possono risultare molto pesanti, mentre noi volevamo stare lontani da una retorica un po’ moralista e diciamo “pesantona”!
L’obiettivo è sempre stato di non perdere di vista la leggerezza e l’ironia, in modo che potessero un po’ stemperare il peso delle affermazioni che ci sono nel video.
Alla fine del video compare Culturaintour, Margherita puoi dirci qualcosa di più?
M: Culturaintour è nato una decina di anni fa, come servizio di supporto alle biblioteche o associazioni per organizzazione di eventi culturali. Con il tempo, ci siamo concentrati sempre più verso il tema della sostenibilità, con l’organizzazione di conferenze ecc. Inoltre, organizziamo visite presso realtà che hanno messo in pratica interventi sostenibili, a favore della qualità della vita dei cittadini oppure a tutela dell’ambiente. La collaborazione con Lorenzo e We for the planet è partita con ottimi presupposti!
Lorenzo, ci puoi dire di più?
L: We for the planet è un’associazione studentesca di 40-50 ragazzi che è nata poco più di 2 anni fa. Opera nel territorio di Como, all’interno dell’ambito scolastico. L’obiettivo è duplice: in primis proporre alle dirigenze scolastiche delle azioni da compiere all’interno delle stesse strutture per abbatterne l’impronta carbonica. Inoltre, andiamo a coinvolgere tutte le componenti della comunità scolastica per accrescerne la consapevolezza nella lotta al cambiamento climatico.
La collaborazione con Culturaintour, porterà ad una maggiore diffusione del messaggio e della missione, consentendo all’associazione di arrivare a più giovani possibili.
Grazie a tutti e complimenti enormi per il lavoro eccellente!
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