«CulturaIdentità? 35mila euro pubblici per inneggiare a un concetto di patria divisivo»
L'intervento di Johnny Zaffiro
CASALE – Ci sono ancora critiche a una settimana dal festival ‘Noi che Amiamo la Patria’ tenutosi a Casale lo scorso fine settimana. A prendere la parola e attaccare l’amministrazione del sindaco Federico Riboldi è l’ex candidato primo cittadino Johnny Zaffiro, esponente dei civici di Casale Bene Comune.
«Nei giorni scorsi la nostra amministrazione ha finanziato la manifestazione Culturaidentità, un festival con i connotati della festa di partito, palesemente squilibrato dal punto di vista dell’appartenenza politica degli oratori, culturalmente e identitariamente vicini alla maggioranza di governo cittadino. 35mila euro di soldi pubblici per inneggiare ad un concetto di patria divisivo, con un parterre di ospiti faziosi e politicamente compatti, ecco sintetizzato lo spirito di “Culturaidentità”. Le posizioni espresse dai nazionalisti sovranisti presenti all’evento non rispecchiano però l’identità della cittadinanza casalese, semmai ne esprimono sentimenti diffusi in una parte, sentimenti che sono però anche transitori e mutevoli. Ciò che invece è presente in maniera stabile, più o meno incisiva nelle diverse fasi della storia, è il pluralismo, quel valore che disegna l’identità culturale come capacità di adattarsi e di resistere nel contempo ai cambiamenti di una comunità e che trova nel concetto di cittadinanza la sua anima sempre nuova».
Zaffiro ha ‘suggerimenti’ sui quali cementare l’identità: «Certamente il rispetto e l’orgoglio per la propria città sono necessari, e non sono purtroppo così diffusi. E certamente tenere viva l’attenzione sulle vicende processuali dell’Eternit bis risponde ad un dovere morale e di rispetto della comunità – ricordiamo bene la ‘prudenza’ della giunta Demezzi, di cui l’attuale primo cittadino Riboldi era parte integrante – Allora, con una sana cultura del fare per il Bene Comune, occorre agire per rifondare i motivi per amare e rispettare il territorio, rinnovandolo e difendendolo. Ecco su cosa è possibile lavorare» dice prima di elencare.
- I trasporti: una città con ambizioni turistiche, necessità culturali e una storia industriale di prim’ordine può non essere raggiunta dai treni? Non siamo convinti di meritare il posizionamento strategico che avevamo? Sì. Ad oggi però la nostra amministrazione non ha mosso un dito in questo senso, non ha chiesto le tracce ad AMP per la linea ferroviaria Casale-Mortara e non ha sbloccato di un centimetro lo stallo in cui ci troviamo. Le scuole ripartiranno a settembre senza un adeguato sistema di trasporto pubblico, un pessimo risultato frutto dell’ostinazione della nostra amministrazione a sostenere gli amici in Regione, disinteressati al Monferrato ma favorevoli a spendere €35.000 per divulgare valori identitari campati in aria. Questo non suscita orgoglio e identità, questo suscita rabbia e sconcerto. E isolamento.
- L’ambiente: i parchi urbani potrebbero accogliere nel caldo estivo la popolazione e i turisti, offrendo ristoro e bellezza. Non genererebbe questo amore e orgoglio per il territorio? Sì. Assistiamo invece a piantumazioni, tagli e potature saltuarie e discutibili nella progettazione e alla sottrazione di spazi verdi per creare parcheggi senza una visione d’insieme. Noi, come CasaleBeneComune abbiamo invece un progetto di grande impatto che presenteremo nelle prossime settimane.
- La politica energetica: l’adesione a modelli innovativi e condivisi di produzione di energia elettrica a tutela dell’ambiente – non solo impianti fotovoltaici isolati, che incredibilmente a Casale sono un’eccezione – libererebbe risorse economiche utili per sostenere politiche di occupazione. Realizzare una comunità energetica, che noi proponemmo nella campagna elettorale, e fare scelte avanzate e moderne che identificano i territori e inorgogliscono la cittadinanza sono obiettivi da raggiungere.
- Il lavoro: noi abbiamo chiesto per primi, insieme ai sindacati, la convocazione di un tavolo di crisi territoriale; quello ridotto convocato dal sindaco Riboldi è stata l’ennesima azione propagandistica con annunci sterili. C’è invece bisogno di attivarsi urgentemente con lo scopo di incidere, non di incensarsi, per ragionare sul presente e anticipare le crisi future. Questo va fatto, è ovvio che ridurre l’occupazione e la popolazione residente non rafforza nessuna cultura e nessuna identità. L’identità e la cultura si nutrono anche delle evidenze, cioè degli interventi che tutti possiamo vedere e sperimentare; di riflesso ciò previene la disgregazione sociale e nel tempo sostanzia e rigenera l’amore per la storia e la tradizione, e lega in modo originale il locale al globale.