La Solvay sospende l’uso di Pfas in America
L'azienda portata in giudizio dallo Stato del New Jersey per inquinamento. Alessandria concede le autorizzazioni a produrre
ALESSANDRIA – La notizia arriva da Oltreoceano: la Solvay cessa l’utilizzo dei Pfas negli Stati Uniti sostituendoli con nuove tecnologie «per un futuro maggiormente sostenibile».
La decisione arriva dopo che il Governo dello Stato del New Jersey, avendo rilevato l’inquinamento da Pfas in una vasta area adiacente allo stabilimento di West Deptford, ha portato in giudizio l’azienda, chiedendo bonifiche e danni.
Come era prevedibile, arrivano le prime reazioni nell’Alessandrino dove, invece, la Provincia ha autorizzato la produzione del cC6O4.
L’ex assessore Claudio Lombardi pone una domanda a Solvay: «È un comportamento coerente, etico sospendere la produzione di Pfas negli Stati Uniti sostituendoli con prodotti “più sostenibili” e non farlo negli altri stabilimenti, in particolare in quello di Spinetta Marengo?».
Il comunicato dell’azienda
La Solvay cesserà l’uso dei composti “fluorosurfattanti” (i Pfas) negli Stati Uniti e li sostituirà adottando nuove tecnologie. Hylar 5000S e Tecnoflion Lx saranno in completa produzione nello stabilimento di West Deptford (Stato di New York) entro la fine di giugno 2021. L’azienda lo ha annunciato alcune settimane fa con un comunicato.
Il lancio di Hylar 5000S e Tecnoflon Lx negli Stati Uniti, spiegano, è il compimento di una stretta collaborazione con i clienti e lo sforzo innovativo per lo sviluppo di nuove tecnologie non “surfattanti” che soddisfano le richieste in modo più sostenibile.
«A partire dal 2019 Solvay ha quadruplicato i suoi investimenti in ricerca e innovazione per sviluppare una nuova tecnologia di polimerizzazione che non richiede per il processo fluorochimico sostanze della famiglia dei Pfas.
«Anni di esperienza»
«In Solvay abbiamo anni di esperienza nell’innovazione a partire dalla fondazione avvenuta 160 anni orsono e noi stiamo orgogliosamente sfruttando questa eredità per fornire prodotti più sostenibili ai nostri clienti – sottolinea Michael Finelli, presidente di Solvay Specialty Polymers – La nuova tecnologia che noi stiamo impiegando nello stabilimento di West Deptford è un grande esempio dell’applicazione delle nostre ricerche innovative e dimostrano come la corretta combinazione della scienza, dell’esperienza industriale e della collaborazione con i nostri clienti può portare a soluzioni di valore per un futuro maggiormente sostenibile. Le nuove tecnologie permettono lo sviluppo di prodotti che i clienti Solvay usano in una varietà di applicazioni a supporto di una società più sostenibile».
Il comunicato si conclude con l’illustrazione dei provvedimenti adottati da Solvay per ridurre le emissioni di gas climalteranti e per il risparmio energetico nello stabilimento di West Deptford. In America, dunque, stop all’utilizzo dei Pfas. E in Italia? E più specificatamente a Spinetta?
«E a Spinetta?»
Questa notizia ha scatenato una serie di commenti e considerazioni.
Il primo è quello dell’ex assessore del Comune di Alessandria, Claudio Lombardi.
«Nel comunicato stampa, Solvay annuncia di avere messo a punto prodotti basati su nuove tecnologie che permettono di abbandonare l’impiego dei Pfas nei processi di polimerizzazione delle sostanze fluorurate. Inoltre, e questa è notizia altrettanto importante, Solvay ha rinunciato all’impiego dei Pfas in tutti i siti di produzione degli Stati Uniti dal 1° luglio 2021. Recentemente il governo dello Stato del New Jersey, avendo rilevato l’inquinamento da Pfas in una vasta area adiacente allo stabilimento di West Deptford, ha portato in giudizio l’azienda, chiedendo bonifiche e danni.
Ben diversamente si sono comportate le pubbliche amministrazioni piemontesi, a partire dal Comune di Alessandria per arrivare alla Provincia, che il 12 maggio ha autorizzato Solvay a produrre il Pfas denominato cC6O4 e non ha mai fatto sospendere quella del Pfas denominato Adv».
Lombardi prosegue: «Ma è a Solvay che pongo una domanda: è un comportamento coerente, etico sospendere la produzione di Pfas negli Stati Uniti sostituendoli con prodotti “più sostenibili” e non farlo negli altri stabilimenti, in particolare in quello di Spinetta Marengo? Esistono Paesi abitati da cittadini per i quali ci si deve comportare in modo “sostenibile” e altri che non ne hanno diritto? Infine, ritengo che agli alessandrini, e in particolare agli spinettesi, sulla base di queste notizie sia dovuta l’immediata sospensione della produzione dei Pfas nello stabilimento locale».