Aironi, tempo di cova. L’appello del Parco: «State lontani dalle garzaie»
Gli animali potrebbero abbandonare i nidi. O reagire vomitando e lasciando cadere escrementi sui visitatori
Questo è un periodo dell’anno importante per gli aironi, quello della cova, e per gli esperti del Parco del Po sono i giorni in cui si svolge il censimento primaverile degli esemplari che abitano nelle varie colonie, cioè nelle garzaie.
Ci sono garzaie e garzaie però. Alcune sono monospecifiche, solo di airone cenerino per esempio. Altre invece sono condomìni dove si riproducono molte specie insieme: airone cenerino, garzetta, airone guardabuoi, sgarza ciuffetto, nitticora, airone rosso, tarabuso. In queste garzaie affollate possono riprodursi anche specie rare.
Nelle Aree protette del Po, un territorio che comprende tre Parchi naturali, cinque Riserve naturali e ventiquattro siti della Rete Natura 2000, ci sono ben dieci garzaie (qualcuna di più se si contano anche quelle delle immediate vicinanze). Le popolazioni variano nel tempo e l’obiettivo è avere sempre il quadro aggiornato della loro presenza e della loro consistenza numerica – che poi è un dato rilevante dello stato di salute dell’ambiente in senso molto più ampio. Per questo i ricercatori individuano le specie presenti e il numero di individui.
Ma attenzione, non tutti possono avvicinarsi ai nidi. Gli stessi ricercatori, che sanno bene come muoversi, stanno molto attenti a non arrecare disturbo e fanno non più di due passaggi l’anno, il minimo indispensabile, proprio per quel motivo. Purtroppo sono importanti i danni che si possono fare: se disturbati gli adulti si allontanano dal nido, a tutto vantaggio delle cornacchie che non aspettano altro per buttarsi sulle uova. Va ancora peggio se al posto delle uova nel nido ci sono i pulli: in preda al panico questi saltano giù dal nido e i più piccoli muoiono.
Occorre anche aggiungere che una passeggiata in garzaia nel periodo riproduttivo non è esattamente una bella idea: gli uccelli spaventati, come difesa vomitano e fanno cadere i loro escrementi addosso ai malcapitati visitatori.