Blocco delle corse, gli autobus del Cit fermi per protesta
La ricapitalizzazione della società e il pagamento degli stipendi in stand by a causa della divergenza tra giunta e funzionari
NOVI LIGURE — Blocco delle corse per protesta: oggi i lavoratori del Cit hanno incrociato le braccia e si sono riuniti in assemblea nella sede del Cipian, a Novi Ligure. La ricapitalizzazione della società e il pagamento degli stipendi sono bloccati dalla divergenza di opinioni tra la giunta comunale e i funzionari del municipio, e i dipendenti vedono fortemente a rischio il proprio posto di lavoro.
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L’altra sera, durante la riunione del consiglio comunale di Novi Ligure, è intervenuta una delegazione di lavoratori dell’azienda di trasporto. A nome dei colleghi ha parlato Fabio Pòddighe, che ha chiesto perché l’amministrazione novese non ha ancora versato i 150 mila euro previsti per la ricapitalizzazione della società, a sua volta necessaria per la messa in vendita di parte delle quote a un operatore privato.
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«Si rischia di arrivare all’udienza fallimentare del 6 luglio senza poter dimostrare ai giudici che sono stati fatti i necessari passi verso il risanamento del Cit – ha detto Poddighe – L’ostacolo va risolto immediatamente, altrimenti il concordato chiesto dai legali dell’azienda potrebbe essere respinto e a quel punto sarebbero guai grossi».
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«Riconosciamo al sindaco Gian Paolo Cabella di essersi impegnato per salvare il Cit – ha affermato ancora il portavoce dei lavoratori – Ma la tensione tra i dipendenti è molto alta, anche per l’incompleto pagamento degli stipendi».
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L’assessore al Bilancio Maurizio Delfino ha scaricato ogni responsabilità sui funzionari comunali, che non avrebbero ancora dato seguito alla decisione della giunta e non avrebbero ancora emanato le determine necessarie. Sollecitato dall’opposizione a schierarsi («Il sindaco ha nominato sia il segretario comunale Piergiorgio Cabella sia l’assessore Delfino, decida chi dei due ha ragione», ha incalzato Rocchino Muliere), Cabella ha preferito non esporsi: «Sono sicuro che sapranno appianare le loro divergenze».
Per il prossimo 8 luglio è già stato proclamato uno sciopero.