Rinascita: “Valutiamo se rilanciare evitando che le attività Cerutti vengano polverizzate”
Traspare malcontento dall'esito dell'asta di ieri
CASALE – All’indomani della ‘prima’ asta per la Cerutti, conclusasi con l’assegnazione provvisoria alla multinazionale Bobst per 6milioni e 200mila euro, Rinascita (Seconda), che ha ancora 9 giorni per valutare un rilancio (almeno del 10%), non le manda a dire.
La cordata di Marco Drago, Diana Bracco, Ernesto Pellegrini e Franco Goglio, assistititi dall’avvocato Paolo Montironi, e che vede anche la partecipazione di Invitalia attraverso il Fondo Salvaguardia Imprese, che acquisisce partecipazioni dirette di minoranza nel capitale di rischio delle imprese con marchio storico in stato di difficoltà economico-finanziaria al fine di rilanciarle, in una nota, lascia trasparire qualche malcontento.
«Matteo Rossini, indicato come possibile amministratore delegato dalla cordata – si legge dalla nota – aveva incontrato lo scorso lunedì le rappresentanze sindacali con cui aveva discusso le proposte di Rinascita per l’assetto futuro delle attività di Cerutti, arrivando a un accordo sindacale (così nello stesso giorno aveva fatto Bobst nda) che avrebbe consentito una ripartenza immediata dell’attività. Nel corso dell’incontro era stato confermato l’impegno di realizzare un incremento produttivo che prevedeva il raggiungimento di 8 macchine nell’arco di tre anni, ed era stata ribadita l’intenzione di assumere 61 dipendenti. Era stata ribadita inoltre l’intenzione di mantenere la produzione nello stabilimento di via Adam. L’offerta ha avuto un rialzo fino all’importo di €6.200.000 ma va considerato che Rinascita Seconda si è impegnata all’assunzione di 31 dipendenti in più rispetto a quanto previsto dal bando e, nella valutazione del corrispettivo offerto andrebbe anche considerato un importo aggiuntivo di €8.985.000 che rappresenta la somma delle risorse che verrebbero erogate, sotto forma di salari ed oneri accessori, nell’arco dei cinque anni di piano industriale, a favore dei trentuno lavoratori in aggiunta ai trenta minimi previsti dal bando, in quanto tali ulteriori assunti si qualificano a tutti gli effetti quali creditori dei fallimenti. L’assegnazione ad altri. Su queste basi Rinascita si riserva di valutare se procedere a un rilancio come prevede il bando di gara per assicurare continuità alle attività di Cerutti ed evitare che siano polverizzate all’interno di un gruppo straniero dove la storia di Cerutti terminerebbe con grave danno per la collettività».