Dal Tortonese l’allarme sfratti: “Date una casa a queste famiglie”
Un gruppo di famiglie di cittadini immigrati si è radunato davanti alla Prefettura
ALESSANDRIA – «Il vice Prefetto vicario si era impegnato a convocare un tavolo di confronto con Atc per affrontare le diverse criticità che riguardano varie famiglie di immigrati del tortonese e della Bassa Valle Scrivia. Peccato che fino a oggi non sia stato fatto nulla. Se la situazione non si sbloccherà continueremo la nostra protesta, anche davanti alla sede dell’Atc»: è questo il messaggio che Antonio Olivieri del Presidio Permanente di Castelnuovo Scrivia manda alla Prefettura di Alessandria e all’Agenzia Territoriale per la Casa alla vigilia del via libera alle procedure di sfratto. «Si tratta di famiglie sotto sfratto per morosità incolpevole o che vivono in situazioni di estremo disagio».
Fatima è arrivata da Tortona per unirsi al piccolo ma compatto gruppo di persone che mercoledì mattina si è radunato davanti a Palazzo Ghilini: «Vivo con mio figlio in un alloggio dove da sei mesi siamo senza luce né acqua calda. Il tetto è pieno di infiltrazioni, viviamo in una situazione terribile». La stessa Asl ha dichiarato l’abitazione «insalubre e malsana». Pur avendo Fatima diritto all’emergenza abitativa «il Comune non ha fatto ancora nulla di concreto», afferma Olivieri.
A Castelnuovo Scrivia sono tre gli sfratti in corso: «In un solo caso è stata assegnato un nuovo alloggio. Le altre due famiglie hanno minori a carico: uno dei due capofamiglia è stata licenziato di recente, mentre l’altro lavora saltuariamente in campagna. Nessuno dei due è purtroppo in grado di pagare l’affitto». A Carbonara Scrivia, invece, una famiglia di sette persone con tre minori a carico in cui solo il padre ha un posto di lavoro si è vista pignorare la casa, «la Banca ha messo in vendita i terreni. Dopo l’intervento dell’Asl che ha dichiarato la casa malsana il sindaco ha inviato una lettera alla famiglia in cui chiede loro di ristrutturare, cosa per loro insostenibile economicamente».
A Sale, invece, c’è Khariam, divorziata e senza un lavoro fisso, sola con una figlia piccola e ancora in cerca di una sistemazione, «nonostante in paese siano disponibili diversi alloggi sequestrati alla mafia in stato di abbandono».
Olivieri e le famiglie sotto sfratto chiedono alla Prefettura soluzioni nel più breve tempo possibile: «I sindaci si attivino per trovare una sistemazione per queste famiglie. All’Atc, invece, chiediamo di uscire dal letargo burocratico e assegnare gli alloggi disponibili per emergenza abitativa».