Come capire le proprie predisposizioni all’attività fisica e distinguerle dalle tendenze?
Oggigiorno, esiste una moltitudine di discipline (e altre nasceranno ancora) che ci permettono di tenerci in movimento e di svolgere una buona quantità di esercizio fisico. Ovviamente ognuno di noi ha proprie preferenze: chi ama l’attività in palestra o a casa nella propria “Home Gym”, chi ama gli spazi aperti e il calore del sole sulla propria pelle. Alcuni di noi amano avere un protocollo ben definito, con esercizi e tempi di recupero precedentemente programmati, chi invece include il movimento nel proprio stile di vita, passando da lunghe camminate ad allenamenti a corpo libero o sedute di pesistica, in base alle sensazioni della giornata.
Dunque, ogni tipo di attività fisica è quella giusta per noi se ci diverte e ci conduce ai nostri obiettivi.
Ma come faccio a capire a quale attività sono predisposto?
Potremmo dunque parlare per ore e ore, analizzando soggetto per soggetto le caratteristiche antropometriche, la composizione delle fibre muscolari dei muscoli di ognuno, la genealogia, l’assetto ormonale, ma cadremmo in un’argomentazione complicata e non necessaria se i nostri obiettivi sono salute e forma fisica ma non l’oro olimpico.
Le componenti chiave per una scelta vincente sono due:
- Mettere al primo posto quello che è più importante;
- Saper regolare ogni variabile, personale e dell’attività stessa, mantenendo l’ordine delle cose.
1. Priorità alle cose importanti
Anche se sembra banale e scontato, bisogna sapere che mandiamo tutto a rotoli in continuazione. Quando pratichiamo dell’esercizio fisico, molti fattori diversi si influenzano a vicenda provocando gli adattamenti corporei che desideriamo, e grazie all’esperienza di chi si è allenato in maniera costante e duramente, unito allo sviluppo della ricerca scientifica degli ultimi decenni, ci permette di stabilire con chiarezza l’ordine di importanza di ciò che ci farà ottenere gli obiettivi desiderati.
Quando riceviamo i “consigli miracolosi” su quali esercizi fare, quale sia la durata migliore dell’attività aerobica per bruciare grassi, se dobbiamo allenarci con i pesi o a corpo libero, dobbiamo decidere quanto questi fattori siano importanti rispetto ai nostri obiettivi e in che modo influenzeranno gli altri aspetti del nostro esercizio quotidiano. Dobbiamo capire che vi è una gerarchia di importanza di tutte ciò, e se cambiamo il nostro modo di vedere le cose, potremmo risparmiarci inutili dubbi e perdite di tempo.
C’è un detto popolare che recita: “Se fallisci la pianificazione, stai pianificando il fallimento”! Proprio come molti altri aspetti della nostra giornata, organizzare le nostre sedute di esercizio fisico, indipendentemente da quale esso sia, in modo intelligente, all’interno della nostra routine, permetterà di ottimizzare i progressi, ma anche prevenire “la noia”, gli infortuni.
Parliamo dunque di aderenza, perché per produrre risultati significativi e duraturi nel tempo, dobbiamo considerare il movimento, come un lungo viaggio.
Prima di perderci nel scegliere il CrossFit, il Pilates, il Sollevamento Pesi o il Nuoto, pensiamo che non importa quale sia l’attività che svolgiamo se non riusciamo a mantenerlo nel tempo. Ciò che da dati, genetica e morfologia, può essere tecnicamente adatto alla nostra persona è del tutto irrilevante se non lo posso portare a termine o inserire nella mia giornata; immaginiamo per esempio una persona che deve svolgere un lavoro manuale pesante per 8 ore della giornata, magari facendo i turni, le classi di CrossFit, potrebbero non essere la miglior soluzione, in quanto rischierebbero di accentuare il carico di lavoro e stress su un organismo già fortemente provato, il quale potrebbe infortunarsi e abbandonare il percorso, incappando così nella classica convinzione che l’attività fisica e lo sport non sono per tutti.
2. Imparare a regolare le variabili del proprio allenamento
La fase successiva per capire effettivamente quale sia l’attività migliore per noi, è imparare come e quando modificare una variabile che fa parte della nostra routine di allenamento. È essenziale adottare il pensiero critico e non una visione “bianco o nero” che pervade la maggior parte delle menti coinvolte nell’attività sportiva.
Alcuni esempi di domande “bianco o nero”, le quali ignorano il contesto generale potrebbero essere:
- I corsi di tonificazione sono il miglior modo per bruciare tante calorie in poco tempo?
- Se vado a correre tutti i giorni per 5 km, riesco a perdere 10 kg prima di andare al mare?
- È sufficiente allenarsi due volte a settimana?
E ora ecco alcuni esempi di pensiero critico, che bisognerebbe imparare ad utilizzare per fare le nostre scelte:
- Quale tipologia di attività posso inserire o cambiare per non perdere la routine di allenamento, pur avendo meno tempo a disposizione?
- Quali comportamenti dovrò adottare se voglio perdere qualche kg in vista dell’estate?
- In che modo allenarsi di più, potrebbe influenzare i miei progressi?
È di estrema importanza riflettere su quest’ultimo paragrafo, perché solo cambiando punto di vista, si potrà trovare la soluzione più adatta a noi!
Conclusione
La predisposizione a talune attività o ad altre è certamente alquanto soggettiva. Solo attraverso una maggior conoscenza delle discipline e di sé stessi si arriva a trovare un piano adatto ad ognuno di noi e peraltro sostenibile nel tempo, piacevole e fruttuoso in termini di raggiungimento dei nostri personali obiettivi. Quindi buona ricerca a ognuno!
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