Cit, confermato lo sciopero. Cgil: «La politica ci deve ascoltare»
Ventiquattro ore di sciopero l'8 luglio. Intanto martedì la richiesta di fallimento dell'azienda arriverà in tribunale
NOVI LIGURE — Sindacati sul piede di guerra per la vicenda Cit. La Filt Cgil annuncia 24 ore di sciopero per l’8 luglio e ribadisce la propria richiesta di un incontro urgente con il sindaco Gian Paolo Cabella e l’assessore al Bilancio Maurizio Delfino («lo stiamo aspettando da più di un mese»).
Inoltre, il segretario provinciale della Filt Giancarlo Topino non dimentica le dichiarazioni di Francesca Chessa (FdI) in consiglio comunale (definì il Cit un «baraccone» e annunciò come probabile il licenziamento di metà dei dipendenti se fosse passato in mano privata). «Ha queste informazioni perché è in contatto con i privati che potrebbero rilevare le quote del Cit? E sa che il sindaco, di fronte al prefetto, si è impegnato a inserire le clausole sociali nel bando di gara sulla cessione del Cit?», si chiede Topino.
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Per l’esponente della Cgil la politica, più che soluzioni alla vicenda dell’azienda di trasporto, sta cercando «un colpevole»: «Ma i vari amministratori del Cit sono stati scelti dai sindaci, senza distinzioni di colore politico, non di certo dai lavoratori. Noi, purtroppo, ne paghiamo solo le conseguenze». Topino ricorda ad esempio il primo piano di risanamento della società, poi bocciato: «Lo avevamo detto fin da subito che era sbagliato, ma non siamo stati ascoltati».
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Il clima è teso: per oggi è prevista un’assemblea dei soci, lunedì in commissione Bilancio si terrà l’audizione dell’amministratore unico Silvio Mazzarello, martedì poi in tribunale ad Alessandria verrà affrontata la richiesta di fallimento. «Che sarebbe stata presentata, ironia della sorte, da due consulenti con il compito di salvare l’azienda, assoldati in circostanze non chiare».
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Topino ne ha anche per i tecnici comunali («per loro è più semplice lasciar fallire un’azienda piuttosto che tentare di salvarla») e sottolinea che i dipendenti del Cit non sono «strapagati»: «Il contratto di secondo livello è fermo alle cifre di vent’anni fa». Qualche spazio di manovra comunque c’è: «Il numero dei dipendenti negli ultimi anni si è ridotto di una decina di unità e ci sono alcuni lavoratori che potrebbero essere accompagnati alla pensione».
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Rimane poi sempre il nodo stipendi: «Abbiamo ricevuto un acconto di 500 euro, stiamo ancora aspettando il saldo dell’ultima mensilità e potrebbero anche esserci problemi di liquidità per il prossimo mese», conclude Fabio Poddighe, autista e rappresentante Rsu.