Sudare fa sempre bene?
“Sudare fa sempre bene” un po’ un detto comune che spesso si sente pronunciare dopo attività fisica intensa. Nel nostro caso però il punto interrogativo posto alla fine è fondamentale in quanto oggi cercheremo di analizzare il tema della sudorazione dal punto di vista scientifico e scoprire dunque verità e false convinzioni. Solo attraverso la comprensione del nostro corpo, possiamo infatti dedurre quando la sudorazione è un evento positivo e quando no.
Cos’è la sudorazione?
È la secrezione di un liquido ipotonico attraverso le ghiandole sudoripare della pelle, generalmente composto da acqua, ioni come Sodio, Potassio e Cloro, urea e immunoglobuline, può presentare al suo interno anche parti di colesterolo e, durante l’attività fisica intensa, parti di acido lattico.
La Fisiologia, inoltre, ci afferma che tale evento ha svariate funzioni, quali:
- termoregolazione: ovvero l’abbassamento della temperatura corporea tramite l’evaporazione di particelle d’acqua contenute al suo interno;
- comunicazione: più comprensibile nel mondo animale, dato che l’odore prodotto da elementi volatili, permettono una comunicazione non verbale tra mammiferi;
- smaltimento: come detto precedentemente, durante uno sforzo fisico intenso, e la conseguente produzione di acido lattico, la sudorazione partecipa allo smaltimento di questa sostanza di scarto.
Chi è il responsabile?
L’essere umano, uomo e donna, a differenza di altre specie, presenta su tutta la pelle dei piccoli organi ausiliari, sono circa 3 milioni e la massima concentrazione è raggiunta sulla pianta dei piedi, sul palmo delle mani, nelle ascelle e intorno alle aperture corporee di faccia e genitali, queste sono le ghiandole sudoripare.
Ve ne sono due tipi principali:
- le Eccrine: esse servono a raffreddare, come detto precedentemente attraverso l’evaporazione delle particelle d’acqua contenute nel sudore,
- le Apocrine: situate principalmente sotto le braccia (cavo ascellare), e nell’inguine dove sono concentrati anche i follicoli piliferi. Queste ghiandole vengono attivate quando si innalza la temperatura corporea, ma soprattutto quando si verificano situazioni di stress, ansia o fluttuazioni ormonali. Questo sudore è più latteo e si mischia con i batteri della pelle, creando cattivo odore.
È per tutti uguale?
Le zone di concentrazione delle ghiandole, la quantità di sudore prodotto, l’odore di quest’ultimo, come la maggior parte delle caratteristiche umane è altamente soggettivo e varia in base all’età, al peso, al sesso, alla genetica e a al luogo in cui si vive. Inoltre anche il livello di esperienza con l’attività fisica influenza la sudorazione: infatti soggetti con lunga esperienza motoria e ben allenati inizieranno a sudare prima rispetto a una persona che lo è meno, questo perché il corpo è divenuto più efficiente nel regolare la propria temperatura.
Quindi come abbiamo potuto vedere, la sudorazione è un evento fondamentale per il nostro corpo, un forte strumento di prevenzione e regolazione.
Ma quando tutto ciò non fa più bene?
Affrontiamo dunque uno dei più inossidabili e radicati luoghi comuni che aleggiano negli ambienti fitness e nelle menti di chi li frequenta “SUDARE = DIMAGRIRE“, equazione assai pericolosa a volte, in quanto induce a improbabili allenamenti “fai da te” dell’ultimo mese o suggerendo fantasiose e stravaganti tecniche dimagranti a base di k-way o pellicole trasparenti sotto le magliette, magari con la speranza di dimagrire 10 chili in una settimana.
Sudare dunque, non fa dimagrire, ma se stiamo sudando allora vuol dire che stiamo facendo esercizio fisico, il quale attraverso il lavoro muscolare induce ad una spesa energetica, principale fattore del dimagrimento.
Come abbiamo capito, sudare comporta allora solo una perdita di liquidi, utilizzati appunto per la termoregolazione e dunque bene porre l’attenzione su questo fattore, dato che potrebbe indurre alla disidratazione del soggetto.
È importante integrare i liquidi persi per ripristinare una situazione di equilibrio: l’idratazione (o, meglio, la reidratazione) non è un parametro da sottovalutare, così come l’integrazione di sali minerali quando l’esercizio è di lunga durata e molto intenso. Ricordiamoci che quando si sente lo stimolo della sete in realtà si è già disidratati: per prevenire una non-idratazione è meglio bere (acqua) a piccoli sorsi ad intervalli di 15-20 minuti circa. Questo perché bere la stessa quantità di acqua in una volta sola non ha lo stesso effetto e idrata di meno.
L’idratazione pre-attività fisica aiuta il mantenimento delle condizioni ottimali durante l’allenamento, quindi potrebbe esserti utile sapere che è bene bere circa 5-7 ml/kg di peso corporeo nelle 4 ore prima di iniziare.
Conclusione
Tutti i fattori come l’alta temperatura ambientale, l’umidità e l’esercizio fisico provocano un aumento della temperatura corporea e di conseguenza inducono meccanismi di dispersione del calore per garantire l’omeostasi termica dell’organismo, tra i quali il più importante è costituito dalla sudorazione.
Sudare è fisiologico, non fa dimagrire ma ti permette di stare il più possibile in omeostasi.
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