A Monastero un mulino come banca dei semi
Garbarino: "Recuperiamo le colture scartate dall?agricoltura industriale"
MONASTERO BORMIDA – L’agricoltura è sempre un campo sperimentale dove sapere e innovazione si confrontano continuamente. In tale contesto si colloca ‘Il Mulino dei semi’, un progetto contadino che con un occhio alla tradizione guarda al futuro del settore. Nato dall’idea di un gruppo di tecnici, agronomi, forestali, contadini di lungo corso e amatori, mira a recuperare il patrimonio agricolo del passato. «Un progetto che coinvolge associazioni che si occupano di agro-ecologia, cultura contadina, formazione e divulgazione di tematiche agricole non industriali – precisa Fabrizio Garbarino, presidente dell’Associazione Rurale Italiana – Una casa delle sementi è un posto in cui si conservano catalogano, scambiano e coltivano popolazioni vegetali dall’agricoltura contadina, (non necessariamente varietà antiche) che negli anni hanno dato un contributo importante al mondo contadino ma sono state scartate dalla produzione industriale della ‘Rivoluzione verde’ che dagli anni 50 da una parte ci ha resi più sazi e dall’altra ha eroso la biodiversità dei territori».
A Monastero Bormida, vicino al fiume, nel mulino dove nacque il poeta Augusto Monti, troverà spazio questa banca dei semi, un luogo dove si terranno anche dei percorsi didattici riservati alle nuove generazioni ed anche agli imprenditori agricoli che vorrebbero tornare alle varietà del passato. «C’è un crescente interesse da parte dei consumatori alle varietà vegetali e produzioni tradizionali preferite a quelle della massificazione industriale – continua l’intervistato – Ci sono margini economici che possano bilanciare varietà legate al territorio e coltivazioni sostenibili. Risultato? Prodotti migliori sia dal punto di vista della salute sia del gusto».
Per ora nei campi del Mulino si coltivano leguminose come il Cece bianco di Marella e nero, e grano saraceno. «Si mira a recuperare anche varietà mellifere per dare la possibilità agli insetti impollinatori di trovare uno spazio senza pesticidi – illustra Garbarino – L’idea è quella di creare della ‘bombe mellifere’ da donare a chi partecipa, sostiene o simpatizza col progetto da diffondere in ambito libero possibile, giardini, aiuole, spartitraffico. Dobbiamo dare la possibilità alle api di tornare a popolare le campagne».
I locali donati dal Comune di Monastero sono spaziosi. Servono però numerosi macchinari tecnici: frigo, setacciatrici, ventilatori. Per il reperimento di risorse il Mulino dei Semi ha attivato una raccolta fondi ‘crowfunding’ sulla piattaforma Produzioni dal Basso.