Spigno, dove arbusti e fiori diventano profumi, tisane e spezie
Quarant?anni fa le prime coltivazioni di piante spontanee nelle rive incolte
SPIGNO MONFERRATO – Al di là dell’aspetto romantico di ammirare i campi colorati e profumati e di attirare i turisti naturalisti – magari su una panchina gigante in pendant – la provincia di Alessandria è stata pioniera di una produzione particolare ma redditizia: quella delle erbe officinali e aromatiche. Un mercato che in Italia conta 6 mila aziende coinvolte e 24 mila ettari coltivati.
L’Italia è il quarto Paese europeo per erbe aromatiche (dopo Polonia, Bulgaria e Francia), soprattutto le spezie per i condimenti, meno per le essenze profumate.
Gli inizi
Tutto (o quasi) ebbe inizio in un piccolo pese di 150 anime, incastonato nelle colline acquesi. Nel 1986 l’allora giovane Piercarlo Dappino da Castelletto d’Erro si guadagnava da vivere facendo la contabilità nelle aziende agricole: «Giravo in posti impervi, anche senza energia elettrica».
Leggendo delle coltivazioni officinali l’agronomo pensò che in quelle rive scoscese ricche di tufo e calcare sarebbero potuti crescere arbusti redditizi.
Una idea innovativa per l’epoca: «Iniziammo con campi sperimentali tra Spigno e Cassinelle. Avevamo piantato di tutto: salvia, rosmarino, isoppo, lavanda. I risultati furono incoraggianti, ma capimmo subito che senza macchinari o impianti di trasformazione non avremmo fatto il salto di qualità».
Ieri e oggi
La Cooperativa Agronatura è cresciuta poco alla volta, fino a contare una quarantina di produttori, tra soci e semplici conferitori. Raccoglie erbe officinali dalle province di Torino, Cuneo, Savona, Asti e Alessandria (lavanda, camomilla, rosa, melissa, salvia, finocchio, anice…) e offre consulenze anche fuori regione per la raccolta e la loro piantagione. «Trasformiamo i prodotti in oli per la cosmetica, l’aromaterapia e per le erboristerie. Altre piante vengono vendute secche per il settore alimentare». Il 70% della produzione viene esportata in Germana, Francia, Svizzera e perfino a Taiwan». Recentemente è stata aperta un’azienda in Basilicata di cui Agronatura è partner commerciale e tecnico.
Provenza oppure…?
La distillazione delle piante per oli ed essenze ricorda molto quello che succede nella regione francese non lontana dal Piemonte.
Il Monferrato come la Provenza e Spigno come Grasse? «Non c’è paragone. Solo in quella zona della Francia esistono 30 mila ettari coltivati a lavanda. Qui in tutta la regione – soprattutto Acquese e valle Uzzone (Cuneese) – ne abbiamo un centinaio. La resa è comunque buona e il mercato dà soddisfazioni.
«Le piante officinali sono impegnative e per avere prodotti biologici si va molto di olio di gomito lavoro manuale. Esistono tecniche per farle rendere di più, ma come tutte le piante, sono soggette alla stagionalità. La rosa quest’anno ha subito la gelata primaverile e il raccolto sarà probabilmente dimezzato».