“Portiamo tutta Alessandria in campo con noi”
Prestia: "Sarà una lunga battaglia, il primo atto è molto importante"
ALESSANDRIA – Lo scatto è stato quello di un velocista pronto per il record. Per andare ad abbracciare Francesco Stanco. “Gli ho urlato che se lo meritava tutto quel gol”. Giuseppe Prestia è il capitano dei playoff (e di molte gare in questa stagione), verso quota 100 in maglia grigia, altre due stagioni per fare di Alessandria la società a cui, più di tutte, ha legato la sua carriera. Al 2-2 si è tuffato nell’ammucchiata sotto la Nord. “Francesco è un ragazzo di poche parole, taciturno, ma di tanta sostanza. In allenamento non si risparmia mai, è giusto che la rete che ci porta in finale sia sua”. Sua e in un altro ragazzo, Marco Frediani, che, in questa stagione, ha passato più tempo fuori che in campo, a rimettersi in sesto dopo due infortuni e il covid. “Felice anche per Frediani. E’ la dimostrazione del peso, fondamentale, di chi entra a gara in corso. Il contributo della panchina è stato, spesso, decisivo. Essere squadra, tutti nello stesso modo, è il valore aggiunto. Ha ragione Longo quando ripete che non conta quanto uno gioca, ma come lo fa“.
Un onore per me portare questa fascia, insieme a Gazzi e Cosenza. A Stanco ho urlato che se lo meritava tutto il gol
“SAPPIAMO SOFFRIRE”
Un passo indietro alla semifinale con l’Albinoleffe. “Abbiamo sofferto, è vero, però sappiamo soffrire – insiste il difensore – qualità che conta tanto, in queste sfide in cui è facile che gli equilibri saltino. L’Albinoleffe è stato proprio come sapevamo e ci eravamo preparati ad affrontarlo: avevamo già faticato in campionato, bravi loro a chiudersi con ordine, e organizzazione tattica, e a ripartire con più uomini. Anche liberi mentalmente, sicuramente forti”. Ha vinto il cuore? “Ha vinto la voglia di portare la nostra gente in finale: il presidente, la società, il mister, i tifosi, tutti noi. Siamo andati oltre le difficoltà, abbiamo combattuto. La battaglia appartiene a questa categoria: noi l’abbiamo affrontata, con il nostro pubblico. Insieme a loro è un altro calcio“.
I CAPITANI
Cosa significa quella fascia al braccio? “Il nostro capitano è Alessandro Gazzi: avete visto tutti come ci ha incitati, è scattato dalla panchina quando sembrava che fosse il suo turno per dare il cambio a Casarini che, invece, ha resistito come un gladiatore. E c’è anche Ciccio Cosenza. Io sono orgoglioso, me la sento sulla pelle come la maglia, è una opportunità straordinaria, mi dà ancora più carica”. Anche con l’aiuto di tre portafortuna. “I miei figli: Stefano, Mattia e Nicolò. E mia moglie: quando ci sono loro sugli spalti, la partita finisce sempre come piace a noi Grigi”.
IL PRIMO ATTO
Prestia confessa di aver impiegato un po’ a smaltire la tensione della partita – “la notte dopo la semifinale non ho chiuso occhio fino alle 5 tanta adrenalina avevo dentro” – ma già dalla mattina dopo testa al Padova. Oggi pomeriggio e domani mattina si lavora per il primo atto di una lunga partita che vale la B. “Certo che sappiamo il valore di questi 180 minuti per l’Alessandria e per Alessandria. I pronostici sono a favore del Padova? Noi siamo convinti di giocarcela con tutte le nostre armi. Soprattutto con il cuore. Il primo atto è molto importante, e non mi riferisco alle assenze tra i veneti: parlo di noi, che vogliamo indirizzare questa sfida dalla nostra parte“.