“Vi spiego cos’è successo all’Avis”
Le precisazioni di Piero Merlo dopo il caos nella sezione cittadina dei donatori
ALESSANDRIA – Pubblichiamo l’intervento di Piero Merlo, presidente provincaile dell’Avis (momentaneamente sospeso), circa le vicissitudini che riguardano l’Avis comunale di Alessandria.
Egregio Direttore
ho avuto modo di leggere l’articolo da voi pubblicato martedì 11 maggio avente ad oggetto i fatti relativi all’Avis comunale di Alessandria. Rilevo che è sempre forte la tentazione di mischiare la cronaca (ammesso che tale possano considerarsi le vicende personali mie e della Carnevale all’interno dell’associazione) con il chiacchiericcio più prossimo al pettegolezzo che non alla notizia.
Si parla di “antipatie, rivalità e personalismi”; si sottolinea e si rimarca con malizia un pressante richiamo ai “160 mila euro lasciati in cassa”, quasi a voler suggerire surrettiziamente che quei soldi forse mi facevano gola; si gongola nel dare risalto alla tesi che “nella mancata approvazione del bilancio da parte dell’assemblea, Merlo – secondo la Carnevale – ci mise lo zampino”.
Ebbene, caro Direttore, la verità è molto, molto diversa ed è contenuta in quelle “sei pagine” scritte dal Collegio Nazionale dei
Probiviri a cui ci si riferisce nell’articolo, badando solamente alle due righe da cui si evince la mia sospensione per 6 mesi.
Ciò che è accaduto all’Avis di Alessandria il giorno 22 agosto 2020 e nei mesi seguenti, è stato valutato da due diversi organi disciplinari
dell’associazione: quello regionale e quello nazionale. Si sono ottenuti due responsi in totale antitesi l’uno rispetto
all’altro: il Collegio Regionale ha giudicato secondo equità, mettendo insieme i vari aspetti della vicenda e considerandone congiuntamente – poiché indissolubilmente connesse le une con le altre – tanto le questioni di natura “formale”, quanto quelle di natura “sostanziale”; il Collegio Nazionale – pur avendo dato atto che “la non approvazione del bilancio consuntivo è un evidente atto di sfiducia al Consiglio Direttivo, che rientra nei pieni poteri dell’Assemblea” [dunque che c’entro io con il
fatto che i soci della sezione ad un certo punto decidono di dissociarsi da quello stesso direttivo che pure avevano eletto qualche anno prima ?] – ha ritenuto di considerare i fatti sottoposti al proprio giudizio esclusivamente dal punto di vista della forma, privilegiandola rispetto alla sostanza, ed ha assunto una decisione estremamente discutibile che richiede un enorme
sforzo di volontà ad essere accettata come GIUSTA e che comunque giusta non appare affatto.
Ora che il percorso giurisdizionale interno – reso obbligatorio dalle norme associative – si è concluso, si apre la possibilità di ricorrere alla magistratura ordinaria; vedremo se le cose rimarranno così come sono oggi o meno.
Per quanto attiene alle supposte antipatie e/o rivalità, posso dire senza tema di smentita che ho sempre offerto alla Carnevale la stessa disponibilità e collaborazione che gli altri 32 Presidenti delle diverse sedi comunali ben conoscono ed apprezzano; lei [la Carnevale] – da un certo punto in avanti – ha deciso di estraniarsi, di evitare il confronto, di diventare “antagonista”, di fare da sé; io me ne sono fatto una ragione e certamente non ci ho perso il sonno.
I soldi: tutto ciò che ha costituito attività economica nel periodo in cui mi sono occupato della gestione della sezione, è stato scrupolosamente documentato, annotato, rendicontato ed affidato nelle mani del nuovo Consiglio Direttivo.
Chi – avendone titolo – volesse informazioni in proposito, lo interpelli e non sia così baldanzosa la signora Carnevale, perché non era poi così tutto limpido e cristallino come sostiene lei, visto che gli stessi Probiviri Nazionali si sono sentiti in dovere di sottolineare che “…. le condotte che emergono, anche documentalmente, dai fatti posti a fondamento del ricorso [sono] senz’altro rivelatori di una gestione della vita associativa non consona alle finalità dell’Avis ed allo spirito che da sempre ne ha informato l’attività …”.
A ben vedere, parlare di vittoria sua e di chi ha sempre collaborato con lei nell’esclusivo interesse dell’Avis, dei donatori di sangue e dei cittadini è forse un tantino eccessivo.
Cordialmente