Violenze su bambini e anziani: come difenderli?
Convegno nazionale per affrontare un problema che si sta rivelando molto diffuso
È ormai notizia purtroppo quasi quotidiana quella di bambini o anziani maltrattati, magari in strutture che dovrebbero essere preposte alla loro tutela. Un tema che ad Alessandria viene affrontato grazie a un’iniziativa presa della sezione locale dell’associazione Cammino insieme all’Ordine degli Avvocati. ‘I maltrattamenti in un contesto scolastico o assistenziale. Un problema interdisciplinare’ è il titolo del convegno, che si terrà giovedì alle 15 su webinar. L’avvocato Alessandro Provera, presidente della sezione di Alessandria di Cammino, spiega le finalità dell’iniziativa e come si strutturerà.
Si sono verificati in Italia in ogni regione tantissimi episodi di maltrattamenti in asili o in contesti assistenziali, come per esempio le Rsa. È difficile individuare questi casi?
Ci sono problemi enormi di ricerca della prova. Sovente i minori non riescono a esprimere quello che hanno subito e diventa fondamentale la consulenza psicologica. Difatti il convegno è interdisciplinare. Questo aspetto sarà affrontato dall’ex procuratore di Novara, Marilinda Mineccia, direttore del centro studi di psicologia forense di Torino.
I maltrattamenti emergono dai comportamenti delle vittime?
In realtà, se viene maltratto il bambino nell’asilo, diventa difficile dal suo comportamento ricavare da parte del genitore l’esistenza di violenze. Per esempio, una volta mi sono trovato di fronte a un caso dove i genitori non si erano accorti di nulla e questo avviene nella grande maggioranza dei casi. Il minore aveva solo dei comportamenti molto particolari che però non erano associati a ipotesi di maltrattamento.
Un esempio particolare?
Un esempio banalissimo: c’erano dei minori che non mangiavano più caldo. Perché? Dalle riprese effettuate si è scoperto che venivano imboccati forzosamente con dei bocconi caldissimi solo per farli stare zitti.
Nel convegno c’è anche un aspetto penalistico…
C’è un problema penalistico di assistenza a queste persone offese: bisogna provare in un processo innanzitutto l’esistenza di un danno. Per cui è molto importante l’assistenza della persona offesa e della parte civile. In tale caso possono essere anche associazioni a tutela dell’infanzia. C’è anche aspetto di difesa dell’imputato che spesso viene trasformato in un mostro. Bisogna evitare che la gravità del reato possa influire sul riconoscimento di inferiori garanzie.
Su questi due profili ci siamo rivolti all’avvocato Giulio Canobbio di Genova, esperto nell’assistenza delle parti civili in questi processi, e per l’assistenza dell’imputato a Lorenzo Repetti, presidente della Camera Penale di Alessandria. Per gli aspetti di deontologia ci siamo rivolti all’avvocato Piero Monti già presidente dell’Ordine di Alessandria.
Il tema riguarda anche il processo civile…
C’è in queste vicende anche un aspetto civilistico per la questione del risarcimento del danno, molto difficile da valutare nell’ambito del processo perché spesso è esclusivamente psicologico e morale. La quantificazione è difficile ma necessaria. Interverranno su questo due colleghe civiliste, l’avvocato Anna Livia Pennetta di Novara e l’avvocato Maria Giovanna Ruo di Roma, presidente nazionale di Cammino.
Affronterete anche la questione della violenza in famiglia?
Il professore Gianluca Ruggiero dell’Università del Piemonte Orientale si soffermerà sul concetto di maltrattamento in famiglia e di violenza indiretta. Solitamente si pensava che la vittima fosse solo chi prendeva le botte, tralasciando come anche tutti i soggetti che assistono a un episodio di violenza sono comunque vittime: finiscono per vivere in un contesto di terrore.
Come mai oggi ci sono così tanti casi in più rispetto al passato?
Sicuramente c’è una maggiore attenzione a questi episodi rispetto a epoche passate. Il metodo educativo in ambito scolastico è cambiato e soprattutto non c’è più tolleranza rispetto a condotte violente che non vengono mai considerate come educative.