“Nessuna ipoteca, abbiamo solo vinto il primo tempo”
Longo: "Limitarsi a gestire gara2 significa che abbiamo capito nulla"
GORGONZOLA – “Ottima prestazione, campo ostico e avversario difficile”. E vittoria pesante e meritata, ma guai a pensare che la qualificazione sia già in tesca. Vietato usare, con Moreno Longo, le parole “ipoteca” e “gestione” nella gara di ritorno: si potrebbe arrabbiare, anzi si arrabbia per chi azzarda un simile ragionamento, anche perché il messaggio chiaro, da mandare a tutti, giocatori compresi, è uno solo, “abbiamo vinto solo il primo tempo della battaglia, la guerra continua“.
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Certo, i Grigi hanno meriti, “non era facile venire qui a fare un certo tipo di partita – sottolinea il tecnico – e i ragazzi sono stati bravi a interpretarla”. La rete dei bergamaschi? “Nei cinque minuti dopo il raddoppio, potevamo, e dovevamo, essere aggressivi come siamo stati negli altri 90 minuti. Abbiamo subito la rete in una delle rare occsioni in cui l’Albinoleffe si è riversato nella nostra metacampo. La partita di ritorno resta aperta e noi dobbiamo recuperare energie mentali e fisiche per farci trovare pronti mercoledì, in una gara in cui servirà, ancora, la miglior Alessandria possibile”.
Per Chiarello aspettiamo gli esami di martedì mattina: non fasciamoci la testa. Il giallo a Giorno? E’ regolamento, ma la gioia di tifosi e squadra che si ritrovano va capita
LE INSIDIE NON SONO FINITE
Equilibrio nel primo tempo, crescita a controllo di autorità e sicurezza nella ripresa. Ma cosa c’è da temere, soprattutto, dell’Albinoleffe in gara2? “Sempre la qualità e l’organizzazione, E’ una squadra che concede poco e ha giocatori abili nel ribaltare le situazioni. Mercoledì avranno anche Manconi, che ha segnato 17 gol e negli spazi aperti può essere devastante. Se l’Albinoleffe è in semifinale è perché lo ha meritato e noi abbiamo la consapevolezza di giocarci il passaggio del turno con un ospirito come quello del secondo tempo, da prolungare per 95 minuti, senza cali di tensioni”. Dunque nessuna finale ipotecata? “No, e non è scamaranzia: semplicemente, conosco il calcio e credo che sarebbe da stupidi pensare di avere già un piede in finale. Anche mercoledì servirà uno spirito da battaglia, con il coltello tra i denti“.
Soprattutto nei playoff non esistono partite in cui si può fare ciò che vuole. Una squadra vera sta nelle difficoltà e ha la capacità di uscirne fuori
QUESTIONE DI SPIRITO
L’Alessandria della ripresa ha cambiato passo, mostrando una condizione eccellente. “Prima di tutto io sono contento per lo spirito della ripresa. Non che non ci sia stato nel primo, ma la squadra deve capire che, quando si gioca una semifinale playoff non esistono partite in cui uno può sempre fare ciò che vuole. Ci possono essere momenti, come nella prima frazione, in cui la gara è bloccata e bisogna avere la pazienza di portarla dove vogliamo. Andare sul lungo dove, con qualche spazio in più, può emergere la qualità. Non si può risolvere tutto nei primi minuti o non pensare di trovare difficoltà: una squadra vera sta nelle difficoltà e ha la capacità di venirne fuori, anche con la consapevolezza dei propri mezzi”.
Cosa non dovrà fare l’Alessandria mercoledì? “Non dovrà pensare di gestire la partita. Anzi dovrà giocare forte, cercando di essere se stessa per quanto fa durante la settimana. Si riazzera tutto: adesso dobbiamo recuperare, perché le partite incominciano a essere tante, e presentarci mercoledì con lo spirito giusto e il pensiero di vincere la partita“. Come sta Chiarello? “Ha sentito un fastidio muscolare, entro 48 ore sarà verificato, adesso inutile fasciarsi la testa, Aspettiamo martedì mattina gli esiti degli esami strumentali“.
INSIEME AI TIFOSI
L’abbraccio di Arrighini attraverso la rete, l’arrampicata di Giorno sono segnali dell’aver ritrovato, finalmente, la gente. “E’ qualcosa di importante, per noi, ma anche per tutto il calcio. Bello rigiocare con i tifosi al seguito, con entusiasmo e adrenalina. Anche per questo mi spiace per l’ammonizione a Giorno: il regolamento è giusto, ma se dovesse toccare a me decidere, in un caso come questo non tirerei mai fuori un cartellino giallo. Perché non è giusto negare l’esultanza al giocatore, mi dà l’impressione di disprezzare quella gioia incontenibile che tifosi e calciatori dividono nel momento del gol”