Scoprire la Palestina con gli occhi del poeta: Zaghloul racconta Darwish
Iniziativa dell'Anpi che ospita il traduttore del celebre scrittore arabo
SERRAVALLE SCRIVIA — La Palestina vista con gli occhi del poeta. Mahmud Darwish ha vissuto da esule per quasi tutta la sua vita e nelle sue opere racconta sì l’esilio, ma anche una grande sfida da accettare: lasciar dialogare le diversità e considerarle una preziosa ricchezza.
E proprio i versi di Darwish saranno oggi, venerdì 4 giugno, al centro dell’iniziativa organizzata dalla sezione di Serravalle e Stazzano dell’Anpi, l’associazione dei Partigiani. Alle 18.00, a palazzo Grillo (via Berthoud 52 a Serravalle), il curatore e traduttore Saleh Zaghloul presenterà il volume che unisce “Inni universali di pace dalla Palestina” ed “Elogio dell’ombra alta”.
All’età di 7 anni, nel 1948, Darwish e la sua famiglia furono costretti a fuggire dal proprio villaggio a causa del conflitto arabo-israeliano. Vi fecero ritorno un anno dopo, per scoprire che la loro terra d’origine era diventata parte dello stato di Israele e i loro beni erano stati confiscati. Darwish, fin da bambino, si trovò quindi nello status legale di “ospite illegale”. Venne imprigionato diverse volte per il suo impegno politico, che si affiancava a quello di scrittore e giornalista. Morì nel 2008: è la prima e unica personalità palestinese dopo Arafat alla quale sono stati concessi i funerali di stato.
Le poesie di Darwish ci raccontano anche del traduttore Saleh Zaghloul, suo connazionale, che ha selezionato le poesie contenute in questo volume. Anche lui esiliato con i suoi genitori, all’età di sei anni, e approdato in Italia a diciotto, per poi affrontare gli studi e l’impegno sociale con il sindacato (nella Cgil di Genova) e i migranti. Zaghloul oggi è membro dell’Unione democratica arabo palestinese.