Cessione Cedacri, sindacati preoccupati
ALESSANDRIA – I sindacati unitari del credito Fabi, Fisac Cgil, Uilca Uil e Unisin chiedono risposte urgenti alla “nuova proprietà” di Cedacri e dicono «basta alle incertezze, servono garanzie».
Nonostante i numerosi e formali solleciti delle scorse settimane, infatti, le organizzazioni sindacali (in raccordo tra tutte le sedi distribuite sul territorio italiano, una delle quali a Castellazzo Bormida) non sono riuscite ad avere risposte dai vertici del
gruppo né dalla “proprietà uscente” circa le sorti dei lavoratori a seguito della cessione di Cedacri al Gruppo Ion di Pignataro.
Le rappresentanze dei lavoratori hanno dovuto attendere l’ufficializzazione della chiusura dell’operazione per avere un interlocutore: ora esigono “di ricevere tutte le informazioni e garanzie necessarie, a partire dall’esistenza di un piano industriale con prospettive produttive, per fugare ogni possibile timore relativamente ad eventuali tattiche di speculazione finanziaria“.
I sindacati stessi ricordano che “su testate nazionali il 10 maggio scorso si è letto che la gestione Pignataro conta di realizzare subito con Cedacri 19 milioni di sinergie sui costi e altri 29 milioni di risparmi a tendere e che sarebbero in molti a ritenere inoltre che insieme Cerved e Cedacri potrebbero creare importanti sinergie sui ricavi e sui costi, a iniziare da quello del personale”.
Giovedì 10 giugno è previsto un incontro illustrativo dell’operazione “in cui i lavoratori del gruppo – concludono i rappresentanti – si aspettano giungano i doverosi chiarimenti: se non arrivassero, le reazioni non si faranno aspettare“.