Ovada-Alessandria: una tranvia per la riapertura della tratta?
Il progetto è stato presentato alla Regione nell'ambito delle proposte per il Recovery Plan
OVADA – Una tranvia a idrogeno per collegare la nostra città ad Alessandria. Un’idea per superare il taglio imposto nel 2012 dalla Regione Piemonte per la cosiddetta “linea nord”. Al tempo stesso una prospettiva concreta di riutilizzo per una tratta ad oggi adibita solo al trasporto delle merci che con l’entrata in funzione del Terzo Valico rischierebbe il definitivo accantonamento. Le linee guida sono state stese dal Comune di Ovada e presentate alla Regione nell’ambito dei progetti da prendere in considerazione per il “Recovery Plan”. «L’attuale esigenza – spiega il sindaco Paolo Lantero – è quello di un collegamento che funzioni meglio rispetto ai bus che non si sono rivelati così efficaci. Alessandria per la nostra città ha sempre rappresentato un interlocutore importante e una realtà interessante per lavori e studenti. Per questi motivi è strategico un collegamento del genere».
È indicativamente di 30 chilometri la distanza che divide le due città. Il tracciato sarebbe ricavato per l’80% dall’attuale linea ferroviaria, per la restante parte dal sedime cittadino del capoluogo di provincia. «La tranvia – si legge nella descrizione del progetto – utilizzerà per la sua propulsione l’idrogeno che, oltre a rispettare l’ambiente, porta una forte semplificazione dell’impiantistica elettri con una riduzione sensibile dei costi da prevedere per la futura manutenzione».
L’investimento complessivo sarebbe di 51.5 milioni di euro; di questi 35 sarebbero utilizzati per la costruzione del sedime e per l’acquisto dei quattro mezzi da utilizzare, altri 14 sarebbero utilizzati per la realizzazione dell’impianto per la produzione dell’idrogeno. La restante parte per adeguare gli impianti pubblici cittadini di impianti fotovoltaici per rendersi indipendenti dai combustibili fossili. Il progetto ipotizza una durata di 50 mesi tra l’inizio del cantiere vero e proprio e la consegna dell’opera collaudata.
Il nuovo sistema si inquadrerebbe nell’ambito del trasporto pubblico locale, un’idea già accarezzata in passato quando per riattivare la linea fu valutata la possibilità di una “staffetta” tra treno e bus con il coinvolgimento di Saamo.
Sulla richiesta di riportare i treni sulla tratta si sono spesi molte volte in questi nove anni i pendolari. Nel 2017 uno studio portato avanti dall’Agenzia Regionale per la Mobilità, parlava della sostenibilità economica della tratta con un collegamento diretto da effettuarsi in 28 minuti. Ma quello era un contesto diverso con un treno vero e proprio. Nel 2019 fu stilata una “Carta dei pendolari” in cui furono introdotte alcune richieste minime. L’iniziativa fu lanciata anche in considerazione della riattivazione di altre linee tagliate proprio in quell’infausto 2012. Di recente dell’Ovada – Alessandria si è occupata Legambiente inserendola nella sua campagna “Futuro sospeso” sulle tratte da recuperare.