Longo: “Io ci credo, anche la squadra deve farlo”
"Parodi? Una buona prestazione, l'unica macchia nell'azione del gol"
SALO’ – “Ci credo più che mai. Per me ogni gara è possibilità di vittoria, il mio lavoro è fatto di vittorie, e i risultati sono fondamentali“. Ci sarebbe da stupirsi se Moreno Longo sostenesse il contrario, con poco più di 48 ore per rimettere in piedi la squadra. “Abbiamo i mezzi per superare il turno e dobbiamo crederci, dimostrandolo sul campo, con i fatti, con ferocia, attenzione, volontà”.
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Però che non fosse l’Alessandria, e la prestazione, che Longo voleva, è evidente. “Mi aspettavo una partita migliore dalla mia squadra. Ma le difficoltà sì, quelle le avevo messe in preventivo: dopo un mese senza gare ufficiali, si paga sempre dazio. Speravo che non avvvenisse, soprattutto non nei primi 20 minuti, quando i padroni di casa hanno avuto l’opportunità per segnare e l’hanno sfruttata. Punizione a parte, solo due occasioni per la Feralpi, nel primo tempo, nel giro di pochi minuti. Tutte e due da cross da destra”. Nella manovra che ha portato alla rete decisiva, un po’ di colpe sono di Parodi che, schierato da terzino, ha palesato difficoltà. “Io sono contento della prestazione di Parodi, certo nell’azione del vantaggio si poteva lavorare, e si doveva, diversamente”. Dalla critica all’ottimismo, almeno allo sguardo sul bicchiere mezzo pieno. “Siamo in partita: – insiste il tecnico – era importante concludere la prima gara portandoci in eredeità la possibilità di ribaltarla al Moccagatta“.
Abbiamo i mezzi per ribaltare questo punteggio, ma fare il compitino non serve. Bellodi? Attendiamo l’ecografia
In gara2 qualcosa dovrà cambiare, soprattutto nel caso, probabile, che Bellodi non sia recuperabile. “Gabriele farà oggi (lunedì, ndr) una ecografia, che ci darà l’entità del suo infortunio. Sul cambio all’ultimo ribadisco che Parodi, per me, ha disputato un’ottima gara, si è sacrificato molto in un ruolo non abituale:doveva scalare su Tulli e ne ha limitato gli spazi ed è stato molto scrupoloso nella fase difensiva. Il gol è l’unica macchia: forse l’esperienza avrebbe dovuto permettergli di leggerla meglio“.
GIORNO SI’, TANTI NO
Fra le sorprese dall’inizio c’è Giorno, ” scelto perché era fra quelli che stava meglio. In queste dinamiche bisogna affidarsi a chi è nelle condizioni migliori. I post covid sono rientrati, ma 15 giorni in meno pesano e non tutti sono nella condizione in cui li avevamo lasciati. Giorno ha meritato di giocare e ha dato ragione a questa mia scelta”.
Poco incisivo tutto l’attacco, anche uno come Eusepi che, solitamente, fa battaglia con tutti. “Poteva essere servito meglio, certo, gli sono arrivate palle sporche, e in altri casi avrebbe dovuto essere più bravo lui a reggere l’azione e darci qualche tempo in più di giocata. Anche lui, comunque, causa covid, ha giocato dopo un mese: aggiungere minuti serve per ritrovarlo al meglio nelle gare che verranno”. Altalenante anche Chiarello, che per Longo non ha assolutamente giocato da ‘falso nueve’. “in fase difensiva l’ho schierato su Guidetti, il play della Feralpi, e in fase di possesso si è allargato per fare ciò che di solito è compito di Mustacchio. Abbiamo difeso con un 3-4-1-2, mettendo Riccardo su Guidetti, appunto, che ha caratteristiche diverse da Carraro, squalificato, ma lo stesso tipo di gioco, cercando cambi di gioco “.
Poco servito Mustacchio. O, almeno, non nel modo migliore. “Lo abbiamo cercato con cambi di campo, ma anche con imprecisione: le poche volte che gli è arrivata una palla pulita, abbiamo visto giocarte discrete, anche se da lui dobbiamo aspettarci molto di più. Ma anche da noi che lo mettiamo in movimento”.
“SI DEVE OSARE”
La testa è già a mercoledì. “Mi aspetto un passo avanti della mia squadra. Un mese è quasi la sosta estiva, contro una avversaria già rodata. Tutto quello che avevamo provato si è verificato in campo, Noi – insiste Longo – abbiamo pagato la differenza tra l’allenamento e la partita”. Il cambio di passo, indispensabile, deve essere soprattutto a sinistra, dove per un tempo l’Alessandria non è esistita. “Dovevamo, e dobbiamo, fare molto di più a sinistra. L’ho detto anche alle squadra nell’intervallo: osare, avere più coraggio, mettere dentro più personalità. Le occasioni nascono anche dal coraggio con cui si gioca. Non possiamo permetterci di fare il compitino, come è successo nel primo tempo. Bisogna rischiare sempre la conclusione“. Nell’intervallo Rubin ha fatto riscaldamento, alimentando il pensiero di una staffetta con Celia, che non c’è stata, perché l’ex Toro si è riaccomodato in panchina. “Lo ha fatto per mettersi alla prova, dopo aver saltato qualche seduta per un fastidio tendineo: ha voluto valutarsi, perché anche per lui la settimana non è stata facile ed è stato in dubbio”.
Mercoledì, per restare dentro la stagione e non buttarla via, un aiuto lo darà anche il pubblico. “Fondamentale: siamo stufi di giocare questo calcio soporifero, che non trasmette emozioni e non aiuta a sfruttare l’adrenalina che i tifosi danno. Averli mercoledì sarà un’arma in più che, però, dovremo alimentare con una grande prestazione”.