Max Tornari: amico, padre e magazziniere dei campioni
Gli anni a Casale, il rapporto con Junior Messias e il figlio Luca per il quale è un idolo
CASALE – Da Casale a Vercelli il tragitto è breve: gli stadi Natal Palli e Silvio Piola distano solo 28 chilometri. In un tratto di strada così breve è possibile incontrare qualche campione e lasciare il segno? Chi questa strada la percorre tutti i giorni da qualche anno è Massimilano Tornari, da tutti conosciuto da come ‘Max’. Il suo volto è noto a tutti gli appassionati di calcio monferrini: una vita nello staff dei nerostellati per poi passare alle bianche casacche di Vercelli, sempre nel ruolo di magazziniere. E nel mentre una stella l’ha incontrata: risponde al nome di Junior Messias.
La storia ‘da film’ del calciatore brasiliano che dai campi amatoriali di Torino è arrivato in Serie A con la maglia del Crotone è salita alla ribalta nazionale nell’ultima stagione (merito dei suoi 9 gol, anche se non hanno evitato la retrocessione). Ma qua a Casale la storia era ben nota, visto che con i nerostellati in Eccellenza è cominciata nel 2015 la sua ‘esplosione’. Ed è qui che si sono incontrati per la prima volta lui e Max, dando inizio a un’amicizia destinata a durare anche dopo i 90 minuti. In questi anni continui messaggi, chiamate e cene di tanto in tanto. Di mezzo la sfiorata esperienza di Messias alla Pro che li avrebbe riuniti e quindi la definitiva consacrazione nella serie cadetta due anni dopo in Calabria. L’approdo in Serie A e poi, l’episodio dello scorso marzo, quando scrive una lettera in cui si racconta per la celebre pagina Cronache di Spogliatoio. Pochi nomi citati, anzi solo uno: quello del casalese.
«Quando ho letto il mio nome non potevo crederci. E non perchè non me lo aspettassi da Junior, ci sentiamo almeno due volte al mese, è un ragazzo di un’umiltà e di una genuinità unica. Non cerco mai le luci della ribalta ma questo è un ‘riconoscimento’ mi fa pensare di aver fatto un buon lavoro». E sul fantasista brasiliano non ha che belle parole: «Oltre all’aspetto tecnico, devo sottolineare quello umano. Ha trovato tanti ostacoli ma quello che ha ora se lo merita tutto». Perchè quello del magazziniere è un ruolo delicato e anche se spesso passa inosservato, il suo contributo, soprattutto in termini umani sono fondamentali per i gruppi a qualsiasi livello: «Non c’è un segreto per fare questo mestiere, bisogna esserci portati. La cosa importante che cerco di fare è trattare tutti i miei giocatori come fossero figli e tutti quelli che ho incontrato mi hanno sempre trattato come un padre. Soddisfazioni come queste ripagano di tutti gli sforzi».
Perchè Max padre non lo è solo per i suoi giocatori, ma anche nella vita privata. Ha due figli, Luca e Alessio, neanche a dirlo la loro passione è il calcio. Luca poi ha voluto seguire le orme del padre e dopo due anni con lui alla Pro, adesso è magazziniere al Monza. Entrambi hanno coltivato anche il sogno promozione, Max nella serie cadetta e Luca in serie A. Anche se sotto sotto forse entrambi speravano di sfidarsi già l’anno prossimo: dovranno aspettare ancora. Padre e amico delle stelle come Junior, e padre, ispirazione e punto di riferimento concreto per i figli. «Quello che provo a fare giorno dopo giorno è lasciare il segno». Adesso possiamo dire che ci è riuscito.