Coesione e Upo si uniscono: in ballo c’è il campus col sostegno europeo
Nell?intesa c?è anche lo sviluppo sostenibile e il monitoraggio del polo di Spinetta. Progetti per il futuro
Il futuro campus universitario potrebbe essere realizzato anche grazie alla Coesione territoriale, quell’interessante realtà che coinvolge 33 comuni (di cui 19 in provincia di Alessandria e gli altri nell’Astigiano) accomunati dall’appartenenza al bacino del Tanaro, malgrado alcuni di loro non siano bagnati dal fiume. Poco importa: quel che conta davvero sono l’unione di intenti, l’unicità di vedute e i progetti condivisi.
Alessandria è capofila dell’iniziativa, col primo cittadino Gianfranco Cuttica di Revigliasco a fare da regista, in collaborazione con altri quattro sindaci (Lino Pettazzi di Fubine Monferrato, Lazzarina Arzani di Sale, Paolo Belluardo di Calliano e Alessandro Venezia di Quattordio) nel ruolo di coordinatori.
Dunque, il campus. Sorgerà nell’ex mercato coperto, agli Orti, non lontano dalla sede dell’Upo e neppure dall’ospedale, con il quale ci sarà una sorta di collegamento all’insegna della ricerca scientifica (per stare in zona: il sindaco Cuttica ha proposto che il nuovo nosocomio venga realizzato nell’area dell’ex fiera di San San Giorgio e dell’aeroporto Bovone).
L’atto formale sarà siglato a breve, ma già si ragiona sul progetto.
La collaborazione
La certezza è la collaborazione tra la Coesione e l’Università, grazie all’intesa che hanno raggiunto Gianni Ravazzi (consigliere comunale, delegato dal sindaco Cuttica a occuparsi della Coesione stessa) e i docenti Leonardo Marchese e Guido Lingua. Quest’ultimo è anche nel comitato scientifico del Giardino botanico di Alessandria, una realtà che Ravazzi conosce molto bene e con la quale collabora da tempo.
«Il legame tra noi e l’Ateneo – spiega l’amministratore comunale – riguarda soprattutto progetti di tipo naturalistico. Siamo convinti che l’Università possa portare un grande contributo alla nostra causa, andando nella direzione di quello che ci sta chiedendo l’Unione europea, che è l’organismo preposto a stanziare finanziamenti. I temi che affronteremo, insieme, riguardano le energie rinnovabili, il riciclo dei rifiuti, ma anche il monitoraggio del polo chimico di Spinetta Marengo, puntando inoltre sulla campagna di prevenzione». L’intesa tra Coesione e Università porterà alla realizzazione del campus, che costa tra i 50 e i 60 milioni di euro: la coesione finanzierà il 50% attraverso l’Europa (ma non esclusa la partecipazione a bandi di vario genere), mentre l’Upo si farà carico dell’altra metà accedendo a fondi privati e mutui.
Il tavolo tecnico
Martedì scorso, intanto, si è svolto un tavolo tecnico, utile per definire una strategia finalizzata a portare la documentazione della Coesione alla Conferenza Stato-regioni, per poter così entrare davvero nella fase operativa e verificare, altresì, se il progetto del campus universitario può essere incluso nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, ovvero il Recovery fund.
Se tutto andrà come ci si augura, i lavori per il campus partiranno nel 2022; l’opera sarà finita e rendicontata nel 2026.