Pedrin, memoria da conservare
Pietro Reverdito, una testimonianza sulla guerra partigiana
Pietro Reverdito, una testimonianza sulla guerra partigiana
La memoria storica è quanto di più prezioso un paese possa conservare.
E quando si parla di Seconda Guerra mondiale e fascismo raccogliere la voce di coloro che con coraggio, resistenza e grande impegno morale hanno combattuto un regime di violenza e oppressione, diviene un dovere civico. Un dovere che si trasforma in un dono per le generazioni più giovani, per aiutarle a comprendere un capitolo nero della storia politica e sociale dell’Italia di allora. Tramandare l’esperienza della resistenza, la storia di uomini e donne pronti a ribellarsi alla dittatura e all’oppressione fascista è una testimonianza preziosa, che apre e avvicina alla riflessione, anche per quel che riguarda temi tanto attuali quanto complessi.
Ed è partendo proprio dall’esperienza di vita di Pietro Reverdito, detto ‘Pedrin’, che Ivano Antonazzo e Giovanni Grillo, in veste di registi e divulgatori, hanno dato vita a un importante documentario: “Pedrin antifascista ribelle partigiano” dedicato alla vita di Pietro e al suo instancabile coraggio.
Nella sua lucida memoria fatta di aneddoti, battaglie, ricordi e grandi gesta Pedrin conserva un bagaglio prezioso, una formazione umana piena di positività e rivalsa contro le brutture della guerra e la violenza del regime di Mussolini.
Nato nel 1927 a Mombaldone in provincia di Asti, Pedrin aveva già dimostrato negli anni adolescenza un forte senso di giustizia e un grande pensiero critico contro il fascismo tanto da diventare, dopo l’armistizio, partigiano, prima nelle formazioni di Giustizia e Libertà a Ponzone, poi a Roccaverano nelle formazioni autonome.
«La gente non credeva al fascismo» è così che inizia il documentario intervista dedicato a Pedrin, che con grande trasporto e lucidità racconta la genesi del regime di Mussolini, la paura, ma anche la ribellione e l’importanza di riunirsi per contrastare la dittatura.
Il partigiano ripercorre la vita insieme ai compagni, le nottate trascorse a fare la guardia, ma anche il potere subdolo della propaganda del Duce, l’indottrinamento e le minacce agli accademici, ovverosia i docenti delle grandi università, obbligati a prestare giuramento di fedeltà al fascismo.
Come osserva Pedrin pochi di loro ebbero il coraggio di opporsi, a dimostrazione delle gravità della situazione, anche sul piano culturale e morale.
Giovanni Grillo racconta così la nascita di questo importante progetto «La vita di Pedrin è una grande testimonianza di libertà e giustizia. Ha dedicato una vita a questi valori fondanti e non ultimo l’insegnamento, dal momento che nel 1949 è diventato maestro elementare» spiega.
A contestualizzare i ricordi e le vicende del partigiano piemontese c’è il commento del Professor Vittorio Rapetti, che con un’attenta e puntuale analisi storica e territoriale ha creato un filo conduttore agile e preciso ai fini del documentario.
«Questo lavoro sarà distribuito nelle scuole poiché rappresenta una voce che non deve perdersi nel tempo, ma va anzi tramandata» prosegue Grillo, «Pedrin è un uomo generoso e un esempio positivo per tutti, ancora attivo e pieno di interessi, non ultimo quello della scrittura».
Sì perché Pedrin negli anni è stato autore di libri dedicati all’antifascismo e alla sua esperienza di maestro elementare e ha attualmente all’attivo anche un approfondito saggio dedicato alla storia del francobollo di cui è collezionista.
«Pedrin con la sua importante testimonianza stimola la riflessione e ci regala uno scorcio sul passato politico e sociale del nostro paese. Un antifascista che ha sempre lottato e che è stato un attento maestro».
Il documentario sarà donato alle scuole ed è visibile su Vimeo.com