Crisi Cerutti. I primi dettagli: Bobst vorrebbe assumere circa 30 lavoratori
SAN GIORGIO – Da pochi minuti è terminato l’incontro tra la curatela del fallimento Cerutti, le organizzazioni sindacali e la Bobst. La parti sociali hanno finalmente potuto conoscere di più della manifestazione d’interesse della multinazionale svizzera proprietaria dell’ex Rotomec di San Giorgio che, per sommi capi, aveva spiegato di essere interessata solo a parte dei lavoratori e di non avere intenzione di sviluppo negli stabilimenti, visto che trasferirebbe gli operai assorbiti a San Giorgio (qui i dettagli noti fino a oggi).
Ci sono però alcuni correttivi rispetto a tali dichiarazioni: la cifra di fondo sociale che Bobst stanzierebbe (nel caso in cui vincesse la gara per Cerutti, per la quale la curatela ha confermato, l’unica altra manifestazione d’interesse è di una cordata di imprenditori: Rinascita) per aiutare nella formazione e nel ricollocamento dei lavoratori esclusi sarebbe gestita direttamente dalla curatela e non dal Comune di Casale (attraverso la fondazione Aleramo), come era stato accennato due settimane fa, un’ipotesi che ai sindacati e ai lavoratori non è mai piaciuta.
Soprattutto oggi si è saputo di più del perimetro occupazionale, quanti sarebbero – al netto delle trattative sindacali – i conferiti da Cerutti a Bobst: «Hanno parlato di una trentina di persone – spiega Maurizio Cantello di Fiom Cgil all’uscita dell’incontro – che andrebbero a lavorare a San Giorgio».
In totale però i lavoratori Cerutti ‘rimasti nel fallimento’ sono quasi 200, tolti 30 restano quantomeno 160. I sindacati hanno chiesto lumi anche sulla cooperativa, che alcuni operai stanno cercando di costituire: «Bobst non ha mostrato preclusioni, i lavoratori della cooperativa (40, 50 se fosse costituita?) potrebbero essere impiegati come esterni, andando anche loro a lavorare a San Giorgio ma assumendosi i rischi d’impresa – va avanti Cantello – C’è molto da lavorare a livello sindacale, è chiaro che 30 persone sono poche».
E l’altra cordata? Mercoledì pomeriggio è previsto un incontro analogo con la seconda e ultima manifestazione d’interesse.
E la proroga della cassa Covid? «La curatela ha confermato che l’ha chiesta al tribunale, sono le giudici che ora devono esprimersi».