“Recovery? Alessandria è senza l’alta velocità”
Le valutazioni dell'esperto Angelo Marinoni: "Tanti sogni, ma manca una regia"
ALESSANDRIA – È di quasi 200 pagine – 183 per la precisione – il documento elaborato dalla Regione per il Recovery Fund. Al suo interno, tutti i progetti che, grazie ai fondi europei, potrebbero essere utili per la ripartenza del Piemonte. Tra i pilastri, ovviamente, il comparto dei trasporti. Ma…
Dottor Marinoni, ci sono dubbi sul documento presentato all’Europa?
Spero di essere smentito, ovviamente, ma come ampiamente prevedibile per tempi, modi e forse anche per la consueta organizzazione statale sembra di essere di fronte alla somma di idee di tanti singoli enti senza alcun coordinamento su cosa si voglia fare davvero.
Alessandria che ruolo ha nei piani per la mobilità?
Sinceramente mi sarei atteso di più, ma la vera differenza la si sarebbe dovuta fare pensando alla rete esistente. La grossa infrastrutturazione, infatti, ce l’abbiamo già e avremmo perciò dovuto pensare a farla funzionare al meglio. La mia percezione è che, almeno per la gran parte, si tratti alla fine di un elenco di desideri mai realizzati perché fino a oggi troppo costosi. Ma siamo sicuri che l’Europa li approverà?
Capitolo treni: cambierà il nostro modo di viaggiare e di spostarsi?
Ho seri dubbi e, soprattutto, ho notato nel documento alcuni autentici orrori: il primo, una fantomatica ‘Porta del Canavese’, che sarebbe una nuova stazione dell’alta velocità sulla Torino-Milano, nei dintorni di Chivasso, da interconnettere alla linea della Valle d’Aosta. Ma che senso avrebbe costruire quella che sarebbe la terza fermata di Torino per i Frecciarossa e gli Italo? Non solo dal punto di vista ingegneristico sarebbe una follia, ma anche da quello commerciale.
Altri problemi?
Sempre riguardo alla linea Av, una fermata a Novara. Che però avrebbe senso solamente se poi da lì ci fosse una sorta di ‘bretella’ per Malpensa. In caso contrario, vale il discorso già fatto per l’ipotetico stop a Chivasso.
Novità per Alessandria e il Basso Piemonte?
Zero, o quasi: nessuna possibilità di agganciare l’alta velocità, se non generiche e mai specificate proposte collegate al Terzo Valico. Ma allora, mi viene da dire, perché non pensare allo shunt di Novi? A meno che non si possa fare di Tortona, di fatto, la fermata Av dell’Alessandrino: dobbiamo riuscire a collegare il Monferrato al Terzo Valico, ma senza prospettive serie e idee concrete non si va da nessuna parte. Senza trascurare un’altra cosa: i fondi del Recovery Fund potrebbero essere preziosi pure per i servizi e manutenere l’esistente. Costruire ‘cattedrali nel deserto’ senza avere la possibilità di farle funzionare sarebbe l’ennesima visione miope di questo territorio: è evidente che nello stesso momento in cui vado a costruire delle infrastrutture, devo aver chiaro il loro piano di gestione. Basti pensare che attualmente non abbiamo le risorse per gestire i collegamenti ordinari e sono state chiuse la Saluzzo-Savigliano e la Bra-Cavallermaggiore, tagliata la Asti-Acqui e ridotti i festivi: come si può pensare di aggiungerne altri?
Prospettive per linee che almeno ci facciano raggiungere da Alessandria l’Adriatico o il Centro-Sud Italia?
Sono in corso opere di potenziamento sulla Alessandria-Genova che porteranno la velocità commerciale tra i 180 e i 200 km/h, il che significa sostanzialmente una alta velocità per le nostre percorrenze: ebbene, non esiste da nessuna parte un piano commerciale che ci viaggi sopra. Sulla Genova-Roma sono stati annunciati proprio di recenti i ripristini di un certo numero di Frecciabianca, ma nessuno ha pensato di ‘allungarli’ fino ad Alessandria e Asti: il grande rammarico è esattamente questo, ovvero che se nel momento in cui si investe su una tratta non si danno i soldi alla Regione per farci girare i treni, è tutto inutile. Tra il 2010 e il 2019 c’è stato un taglio lineare del 40% sui trasporti nelle nostre zone: perché, ora che abbiamo un’opportunità così grande, nessuno ha pensato alla Acqui-Ovada-Genova, dove non solo si muovono migliaia di pendolari ma linea che di fatto farà da spalla al Terzo Valico sulle merci? E vogliamo parlare del potenziamento della Alessandria-Novara e della Vercelli-Casale-Alessandria come ‘seconda gamba’ dell’uscita Reno-Alpi? Se non si parte da qui, tutto è inutile.