Crisi Cerutti: venerdì l’incontro con Bobst «Ma senza cassa non si tratta»
Esasperazione e preoccupazione tra i lavoratori
CASALE – L’assenza di rassicurazioni circa la proroga della cassa integrazione ‘Covid’ è fonte di grande preoccupazione per i quasi 200 lavoratori rimasti coinvolti nel fallimento Cerutti. Lo hanno ribadito ieri davanti al tribunale di Vercelli nel corso di una manifestazione statica.
C’è chi fatica ormai da troppo tempo a far quadrare i conti, a pagare la spesa, a trovare le risposte da dare alle banche quando chiamano chiedendo lumi sugli scoperti e sui ‘rossi’. Qualcuno è l’unica fonte di reddito del proprio nucleo famigliare, o forse sarebbe meglio dire “era”.
Si teme che i due mesi di cassa richiesti (il precedente è scaduto a inizio maggio) possano essere utilizzati come strumento delle trattative sindacali con le due realtà interessate all’acquisto, Bobst e Rinascita: «Sedersi ad un tavolo senza avere la certezza di una copertura per tutte le lavoratrici e i lavoratori è per le organizzazioni sindacali una forzatura» dicono i sindacati.
Proprio a proposito di tavoli, il primo si apre venerdì con curatela e Bobst. I lavoratori scopriranno quali sono i margini di occupazione sui quali la multinazionale proprietaria dell’ex Rotomec vorrà trattare.
«Come Fiom, Fim e Uilm parteciperemo a quell’incontro ma senza la copertura di un ammortizzatore sociale per noi diventa improponibile iniziare altri ragionamenti. In quell’incontro chiederemo di spostare la discussione sui tavoli del Mise e del Ministero del Lavoro, se sarà necessario porteremo i lavoratori davanti ai rispettivi ministeri, i lavoratori della Cerutti non possono essere abbandonati al loro destino, serve un piano collettivo per salvare i dipendenti, l’azienda, il marchio, le produzioni» dicono i sindacati mentre l’ansia dei lavoratori rischia di sfociare nella rabbia di persone disperate. Da un dramma sociale a qualche potenziale problema di ordine pubblico: il presidio continua in via Adam dal 17 febbraio.