Balmamion: “Ho scoperto AcdB, un luogo speciale”
Alla 'Giornata internazionale dei musei' un evento tra Alessandria e il Ghisallo
ALESSANDRIA – Irene Camusso ricorda gli abbracci e le lacrime di Torriani, Cannavò e Bartali quando il Giro d’Italia passò sotto casa sua e di papà Francesco, nel 1991, 60 anni dopo la vittoria del corridore piemontese. Ricorda anche le parole del papà quando qualcuno provava a farlo passare per eroe per un salvataggio di Bartali caduto in un torrente. “Ho fatto quello che lui avrebbe fatto per me e poi non fatela passare per impresa”. Da Gino, che in quella corsa era il suo capitano aveva sicuramente imparato quella massima, “il bene si fa, ma non si dice“. Tutto accade in Camera di Commercio e ad AcdB, che è uno scrigno della memoria, alimentata nella ‘Giornata internazionale dei Musei’ con un confronto a più voci, ad arricchire il libro infinito dei ricordi di un ciclismo che è patrimonio di questa terra e di uno sport specchio dell’Italia.
A Palazzo Monferrato hanno giocato in anticipo, fin dal primo giorno realizzano il claim scelto per l’appuntamento del 18 maggio 2021, “Il futuro dei musei: rigenerarsi e reinventarsi“. Anche rigenerare nella gente il piacere di camminare da una sala all’altra, ma anche di viaggiare dentro la mostra virtuale sui 90 anni della maglia rosa.
IL ROSA DELLA VITA
Partendo dalla ‘pink room’ al Ghisallo, dove Carola Gentilini e Antonio Molteni raccontano storie e interagiscono con chi è Al museo della Faema e ad Alessandria. Ci sono Learco Guerra, nipote del primo a indossare la ‘rosa’, campione che fu anche corridore della Maino, c’è Marino Vigna, oro olimpico di inseguimento a squadre, c’è Irene Camusso, ci sono Roberto Livraghi, Luciana Rota e Franco Bocca. E c’è Franco Balmamion, ultimo piemontese ad aver trionfato il Giro d’Italia, due anni di fila, 1962 e 1963, una fonte inesauribile di aneddoti, un legame con la nostra provincia vissuto anche attraverso il suo amico e compagno di corse Giorgio Zancanaro. “Non conoscevo AcdB – condessa Balmamion – E’ un luogo speciale. Tornerò e suggerirò a tutti questo museo, dove c’è davvero tutto quanto è ciclismo”.