Marketing ed etichette: Sangiovanni spiega “L’equilibrio del cibo”
Nel suo libro lo chef novese mette in guardia dalle strategie utilizzate da aziende e supermercati
NOVI LIGURE — “Cibo: nome generico per indicare tutto ciò che si mangia”. Questa la prima definizione che si trova su uno dei maggiori dizionari italiani online. Oggi però la complessità del sistema-cibo e la sua importanza nella società sembrano averlo slegato dalla funzione primaria per consentirgli di abbracciare più aspetti della vita quotidiana. Da queste considerazioni parte Federico Sangiovanni, chef novese classe 1992, nel suo libro esordio “L’equilibrio del cibo”, in uscita per Edizioni Epoké. «Durante lo scorso lockdown ho approfondito lo studio per la mia grande passione: la cucina – spiega Federico – Ho scoperto così che il cibo influenza tutti i settori della vita».
Il libro si apre con la storia del cibo, dalla scoperta del fuoco e fino ai giorni nostri, con la globalizzazione. «Analizzo come l’evoluzione del cibo, comprese tecniche di agricoltura e cottura, abbia permesso di evolverci, come siano cambiate le diete, come import ed export abbiano modificato il modo di nutrirci».
Oggi il cibo ha sempre più valore emozionale. «Dedico parte del volume al food marketing, a come le esperienze sensoriali ed emotive vengano utilizzate per vendere. Ne esce fuori che le scelte alimentari quotidiane sono parecchio influenzate dal marketing, attraverso i media e all’interno dei punti vendita». Sangiovanni suggerisce come ridurre sprechi e scarti utilizzando semplici schemi. «All’interno del volume è presente una piccola guida per imparare a leggere le etichette e proteggersi da quelle che definisco “le truffe del cibo”, ossia strategie che le aziende mettono in atto per vendere».
Cos’è quindi l’equilibrio del cibo? «Avere consapevolezza di ciò che consumiamo, per noi stessi ma anche per evitare scompensi ambientali ed economici. Significa evitare estremi: non consumarne troppo né troppo poco». Un ultimo capitolo è dedicato al territorio, con interviste ad aziende e realtà del basso alessandrino. «Partendo dalla tradizione e dalle nostre industrie, si analizza come sia importante ritornare al consumo di prodotti locali: puntare sulla loro valorizzazione permette di incrementare il turismo e il commercio».