I tecnici e i sindaci insieme per valutare i progetti della Coesione
Quali iniziative possono partire, quali invece dovranno aspettare. A confronto anche Cuttica e Carosso. Opportunità di cogliere col Recovery
Entra nella fase operativa la Coesione territoriale Bacino del Tanaro, con Alessandria capofila, già dichiarata area pilota della Regione Piemonte dal novembre 2020, con protocollo ufficiale firmato il 5 marzo 2021 a Palazzo Rosso.
È stato infatti aperto il tavolo tecnico con la Regione per entrare nel dettaglio della strategia d’area presentata nel novembre 2020.
Per la settimana prossima è in programma un incontro in presenza tra i responsabili regionali (per la parte tecnica Paola Casagrande e Davide Donati, direttrice e vicedirettore del Coordinamento Politiche e Fondi europei; per la parte politica il vicepresidente della Regione, Fabio Carosso, che coordina i progetti della Coesione) e i responsabili del progetto d’area (Fabrizio Furia, Jody Abate, Alessandro Gnocchi, Gianfranco Cuttica di Revigliasco, Gianni Ravazzi). In videoconferenza, sarà collegato chi tra i sindaci dei Comuni dell’area vorrà partecipare direttamente.
«In ogni caso – spiega Ravazzi, consigliere comunale di Alessandria e delegato da Cuttica per la Coesione – per chi non potrà intervenire sono previsti, nei giorni seguenti alla riunione, incontri organizzati dai sindaci del direttivo della Coesione, per informare e discutere nel dettaglio tutti i passaggi che si affrontano via via». I sindaci in questione sono Paolo Belluardo di Calliano, Lino Pettazzi di Fubine, Rina Arzani di Sale e Alessandro Venezia di Quattordio.
Il tavolo tecnico si occuperà di valutare i progetti fin qui presentati per verificare quali sono cantierabili per primi, «ovvero – spiega Ravazzi – vedere quelle situazioni che, avendo già studi realizzati, possono arrivare a compimento in tempi rapidi ed entrare nel Recovery».
Ci si occuperà, poi, di iniziative da realizzare in step successivi, dentro e fuori dai Recovery, e di apportare eventuali modifiche ai progetti che, per come sono strutturati, difficilmente potrebbero trovare finanziamenti adeguati. «E quindi li posticiperemo, perché non è detto che, se non sono finanziabili oggi, non lo possano essere in futuro».