Ex Framar: 80 posti di lavoro a rischio. L’arrivo degli operai della Cerutti
MOMBELLO – Gli 80 lavoratori (30 di loro interinali) dell’ex Framar di Mombello, oggi Gimi nel gruppo Freudenberg, sono in stato di agitazione da ieri. Produzione bloccata alla notizia della fumata nera delle trattative legate alla comunicazione della proprietà multinazionale di chiudere lo stabilimento entro quest’anno e di trasferire tutto al più grande stabilimento di Monselice (Padova).
Questa mattina i lavoratori si sono riuniti in assemblea per decidere come reagire alla conferma della multinazionale, che non ha accolto le proposte di Fiom, Fim e Uilm di riorganizzare il sito, internalizzando produzioni che oggi vengono date a terzi dalla Freudenberg: «Questo stabilimento oggi è in sostanziale equilibrio eppure ci hanno detto di non voler entrare nemmeno nel merito della questione. Difendiamo la dignità del lavoro. Oggi partiranno le richieste di incontro a Prefetto, Comune, Regione e poi anche ai ministeri» dice Maurizio Cantello di Fiom.
«Hanno messo a budget 9 milioni per il piano sociale legato al trasferimento della produzione, perchè non investirli invece qui a Mombello?» prosegue Calogero Palma (Fim).
In attesa che i lavoratori di Mombello (metà dei quali sono donne) decidano il da farsi nell’assemblea in corso proprio ora, a manifestare solidarietà e vicinanza è arrivata una delegazione degli operai Cerutti, da metà febbraio in presidio a Casale.
Le due proteste, seppur diverse, insistono sullo stesso tema: lavoro e lavoro sul territorio. «Se non ci opponiamo rischiamo che questo diventi l’inizio di un’autentica deriva» spiega Cantello.